Recensione “Sulla traccia del sole” di Gian Maria Donini

 

 

 

Gian Maria ha ventiquattro anni e vuole mordere la vita. Ha nel cassetto un romanzo, frutto della propria arte, ed è disposto a tutto pur di trovare la strada verso la pubblicazione. Tortuoso e maledetto, il percorso scelto dal ragazzo per soddisfare la propria ambizione si snoda tra presente e passato, tra gli amici di oggi e i bagordi di ieri. In un flusso di coscienza diretto e liberatorio, il protagonista racconta di se stesso, della sua vita e delle persone che vi gravitano attorno, mettendo su carta emozioni e desideri.

Che cosa ho appena letto?

Come è scritto nella trama, questo non è un libro ma un romanzo-diario, un flusso di coscienza, volutamente senza molto senso.

Ho fatto davvero tanta difficoltà ad arrivare alla fine. Non c’è una storia vera e propria, ma si va avanti e indietro nel tempo, alternando eventi e racconti, che avrebbero anche un senso se presi da soli, ma che, nell’insieme, sembrano messi lì a casaccio.

Il filo conduttore è la ricerca da parte del protagonista (/autore?) di un editore che pubblichi il suo libro. Tutto ciò che accade nel mentre, va da quando decide di iniziare a scrivere a quando trova una possibile proposta. Il tutto, praticamente sempre da ubriaco.

Da quello che racconta, capiamo che ha avuto un’infanzia molto difficile con una madre diventata alcolizzata dopo aver divorziato e un padre completamente assente. Lui, ragazzaccio alle prese con lo stesso problema della madre, ne combina di tutti i colori, a volte da solo, altre con i suoi amici.

Sinceramente non ci ho capito molto. Mi ha infastidito, ma credo fosse anche questo lo scopo. L’autore vuole suscitare reazioni, a detta sua. E ce l’ha fatta. Scrive come se si stesse sfogando con qualcuno che non conosce, mentre è ubriaco, durante una delle sue serate.

Non mi è piaciuto il linguaggio volutamente volgare, come a dover insultare per forza tutti per sembrare più… non so cosa. Più figo? Più scapestrato? Più stronzo? È quello che dice di essere ma è davvero quello che è o cerca solo di malcelarsi dietro a questa facciata?

Quello che mi fa più rabbia è che il talento si vede, anche se è ben nascosto. Fa capolino dietro ad alcuni racconti e confesso che, a volte, sembra siano state due persone a scrivere. Non ho trovato errori, se non di distrazione, ed è sicuramente un libro originale, che appartiene ad un genere tutto suo. La lettura non è scorrevole, è difficile e impervia. Ma tutto ciò mi ha resa curiosa di andarmi a leggere altre recensioni. Voglio sapere cosa ne pensano altre persone, per vedere se ci hanno visto qualcosa che io non sono riuscita a percepire.

Vorrei capire una cosa, che chiedo direttamente all’autore: che relazione c’è tra questa storia e il titolo?

firma Claudia

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