Recensione “NAPOLI 2122” di Nicola Iuppariello

 

Nel ventiduesimo secolo il clima ha trasformato radicalmente la geografia mondiale e la tecnologia ha preso definitivamente il sopravvento, influenzando l’economia e l’esistenza delle persone. I protagonisti sono Claudio, impiegato all’Istituto Nazionale Voucher, e Luisa, medico nel reparto di fine vita. L’umanità è sterile e la coppia certifica la propria unione per acquistare una figlia. I dubbi e le incertezze sulla nuova condizione di genitori li porterà a compiere scelte inaspettate che metteranno in moto un effetto domino inarrestabile. Una storia che lascia col fiato sospeso, una narrazione intima sui desideri, le ambizioni e il sogno di un futuro migliore.

 

Un distopico così realistico da avermi lasciata angosciata.

Siamo nel 2122 in quello che rimane di Napoli, dopo che i cambiamenti climatici hanno causato l’innalzamento dei mari e sommerso le coste. Le temperature sono così calde da dover vivere in ambienti costantemente climatizzati, indossare tute refrigeranti e preferire le ore serali alle diurne per le attività all’aperto. L’inquinamento ha messo fine alla procreazione naturale, e i figli vanno comprati dopo essere stati concepiti e sviluppati in laboratorio.

Quello che oggi facciamo con gli smartphone/smartwatch è stato integrato da un connector impiantato che consente un ampio numero di activities alle quali si accede con la mente. Dalle chiamate, ai messaggi, alla visione di film/letture di libri, poter viaggiare in metaversi, usufruire di esperienze a pagamento (tipo gli Smartbox) , funzioni di traduzione simultanea, visione notturna, riconoscimento facciale ecc.

Tutte cose che non immagino impossibili fra un secolo, anzi, me le aspetto anche prima.
Se la ricerca ha fatto passi da gigante e la vita media si è allungata così tanto da dover programmare un fine vita obbligatorio, le persone vivono questo lungo lasso di tempo buttandosi nelle realtà parallele, lavorando per sopravvivere e abitando in mini appartamenti vivendo di voucher.
Luisa e Claudio sono una coppia con dei lavori ripetitivi ma che consentono loro di sopravvivere in modo decoroso, lei è un medico ed è destinata proprio all’iniezione letale del fine vita, lui lavora nell’azienda che gestisce i voucher.

L’intenzione di acquistare una figlia movimenta la monotonia di questa loro vita e il desiderio di poterle dare un futuro più luminoso spinge Luisa a cedere alla proposta di un vecchio compagno di studi, che la coinvolgerà in una procedura al di fuori della legge.

La lettura del romanzo è stata curiosa, gli eventi e le situazioni ideate dall’autore sono state interessanti e credibili.

La trama in sé è stata invece un po’ noiosa, ho atteso un climax che non si è presentato, e la conclusione del romanzo è stata frustrante lasciandomi insoddisfatta.

I personaggi sono apparsi “opachi”, dimessi, ma probabilmente è stato un effetto voluto per descrivere l’evoluzione dell’umanità da qui a cento anni.

Ci leggo un monito a non lasciare che la situazione possa degenerare fino a tal punto, sperando che qualcosa si possa ancora fare, perché la Terra che abitiamo è una, e dobbiamo necessariamente prendercene più cura.

 

 

Anna

firma Claudia

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