Recensione “La notte più lunga” di Francesca Fabbri

 

Una giovane donna riflette sulla sua vita, su una delusione d’amore e sulle finte amicizie che hanno incrociato il suo cammino. Grande è la sofferenza che ne scaturisce e la necessità di capire il perché tutto ciò sia successo. Chi ha sbagliato? Perché le amicizie non hanno funzionato? Perché la sua relazione d’amore è finita? Domande che la tormentano incessantemente e che le impediscono di costruirsi un futuro sereno. È proprio per questa ragione che decide di mettersi in cammino alla ricerca di qualcosa o qualcuno che possa aiutarla a comprendere quanto accaduto, liberandosi così dal dolore. Il viaggio la porterà a conoscere un’anziana signora, che la farà ragionare sull’importanza e sul significato profondo del quotidiano offrendole una nuova chiave di lettura.

 

 

Un libro brevissimo, poco più di 30 pagine, pervaso di riflessioni e di significati profondi, troppo breve per poterlo considerare un romanzo, un breve racconto forse è la parola ideale.

“Talvolta la notte può durare parecchio tempo, forse giorni interi, forse anche di più. Ma vale sempre la pena di viverla questa notte più lunga poiché ci condurrà a un nuovo inizio.”

Un urlo “per iscritto” a quel mondo che l’ha tradita, delusa, una rabbia impressa su carta, emozioni “dissonanti che creano una melodia cacofonica impossibile da ascoltare”.

Riflessioni, decisioni, una rabbia da controllare, una vita da riprendere, veloce da leggere, semplice da capire, facile da apprezzare.

 

 

firma Claudia

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