Recensione “È stato più bello dopo. Una storia di arti bionici, incubi e amori” di Alberto Zanet

 

 

Un giovane spacciatore, abbagliato da una vita ricca e senza pensieri, decide di smettere di vendere marijuana per passare all’eroina. La sua esistenza cambierà drasticamente dopo aver causato un’overdose al fratello di un uomo instabile che per vendetta provocherà l’amputazione della sua mano destra. Ecco che per lui inizierà un viaggio evolutivo angosciante che abbraccerà incubi, paure e amori: dalla periferia italiana si ritroverà a New York, dove diventerà una “rockstar tecnologica”, prima di ritornare a casa e scoprire finalmente la propria autentica e solida identità.

Errori di gioventù, amori, incubi e tanto da imparare per tirarsi su le maniche e ripartire.

I soldi possono mettere a dura prova tutti noi e, quando si è giovani, è facile cadere nella tentazione di averne in modo facile, iniziare a spacciare marijuana, rendersi conto che è proprio la vita che sognavi, feste, donne, baldoria, soldi, e tanti amici. I soldi non bastano mai e perché no! Vendere eroina. I soldi aumentano, finché non arriva l’ intoppo… Overdose a Milo.

Folco, dopo l’ abbandono della madre, la totale assenza del padre, e la morte del fratello Milo diventa un violento, specie con le donne e, per vendicarsi, decide di amputare la mano destra dello spacciatore del fratello. Ricominciare a vivere, ricominciare a scrivere, a fare qualunque cosa con la sinistra è un vero incubo. Che lavoro può mettersi a fare uno spacciatore con una mano sola? Non arrendersi e seguire i propri talenti, un corso di web design… La sua vita sta per cambiare ulteriormente grazie ad un viaggio a New York e una nuova protesi super tecnologica. Ci rendiamo conto che passiamo la vita a cercare sempre di più, posti nuovi, amici nuovi, ma non ci ricordiamo di riempirci il naso con gli odori di casa, di appezzare la bellezza di una giornata di sole, il vento sul viso, stare serenamente in famiglia…

La storia è molto scorrevole, ricca di personaggi, di luoghi che ti lasciano la voglia di andarli a visitare. Il messaggio che tutti possiamo cambiare, che non abbiamo un’etichetta cucita addosso, ma siamo noi a decidere, è bellissimo e da’ molta carica al lettore, che dopo un periodo buio c’è la voglia di spalancare le porte e andare a prenderci il nostro raggio di sole.

firma Claudia

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