Recensione “Dhà” di Nausica Manzi

 

Al ritmo della melodia di una cornamusa scozzese, tra formule chimiche e leggende, il senza cuore e occhi verde di alta montagna danzano tra le strade di Edimburgo. Il loro primo incontro in un’antica libreria gestita da una coppia di anziani sarà l’inizio di una serie di avventure fuori dal tempo e dallo spazio, alla ricerca di una verità che pone le sue fondamenta nei battiti di un cuore. Dhà narra la loro storia: un passato di spine, un presente di pagine e di volti e la profezia di un futuro inaspettato. Cosa accadrà?

Sono combattuta sulla tipologia di scrittura dell’autrice che, se da una parte attira, dall’altra distrae. Bisogna restare particolarmente concentrati, forse perché le frasi sono tanto lunghe e arzigogolate. A volte si rischia di perdere il filo del discorso, ma si percepisce anche una cerca ricercatezza nel modo di raccontare la storia, e che storia!

Dhà è una filosofia di vita, è uno specchio attraverso cui guardarsi in maniera diversa. È un modo per capire che possiamo vivere bene, meglio, se solo capissimo a fondo cosa ci portiamo dietro. Il tutto spiegato tramite la leggenda di due cardi umani, uniti dal destino, separati dal vento, per poter imparare a ricongiungersi una volta capiti loro stessi, una volta che ognuno dei due è in grado di vivere bene con ciò che ha.

Nathan è un Senza Cuore, nato senza, lo cerca negli altri. Cerca il calore negli sguardi delle persone che entrano nella libreria sulla Royal Mile di Edimburgo, punto focale della storia.

Crysyal, occhi verde di alta montagna, ha bisogno di qualcuno che protegga e alleggerisca il suo cuore dai maltrattamenti.

Il loro incontro scatena una rivoluzione, la cui tipologia scopriremo solo alla fine. Il loro è un amore diverso, nato velocemente ma cresciuto molto lentamente, attraverso il tempo, lo spazio e la consapevolezza.

 

È una lettura particolare, in cui le emozioni e ciò che ci sembra astratto vengono personificati, facendoci capire al meglio come interiorizzare certi concetti.

Per me va letto da tutti, ma si deve aprire il libro senza crearsi aspettative perché non è mai pronti e lo si è sempre allo stesso momento, per affrontare una lettura che vuole essere uno specchio di ciò che dovremmo/potremmo essere.

 

firma Claudia

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