Recensione “Connessioni” di Martina Gerelli

I legami che intercorrono tra gli esseri umani sono la prospettiva da cui prendono le mosse gli otto racconti che compongono la presente raccolta. Questi possono essere effettivi e reali in alcuni casi e invisibili o solo intuibili in altri. Le connessioni che si formano contribuiscono a far emergere il carattere di ogni personaggio e a far riflettere ognuno su quanto la propria famiglia, un compagno di vita, così come uno scambio di sguardi per strada o un incontro fortuito in metro, possano stravolgere una semplice giornata ma anche un’intera esistenza.

Quando una storia mi prende continuerei a leggere per sempre. Per questo di solito evito i racconti: se in quelle poche pagine i protagonisti mi conquistano, come faccio a lasciarli subito dopo?
“Purtroppo” è quello che mi è successo con Connessioni, ma proprio per questo sono felicissima di averlo letto.
Autrici come Martina Gerelli sono capaci di far passare la “paura degli emergenti”, perché la sua non sembra affatto una voce nuova. Una delle prime cose che mi ha colpito è stata proprio la sua penna, che mi ha convinto di più a ogni capitolo.
Il modo in cui è stata capace di buttarmi dentro quegli squarci di vita così distanti tra loro eppure connessi è strabiliante. Dietro ogni apparenza c’è un universo e l’autrice riesce a mostrarlo in poche righe. Due pagine e sei nella testa di Ilaria, Bruno, Anna, Zinny. E all’improvviso loro sono dentro di te e tu senti tutto: speranza, dolore, curiosità la gamma è vastissima.

Li segui e passi dall’uno all’altro avido di sapere, perché questi frammenti di vita non lasciano indifferenti.

Dire quale degli otto racconti mi sia piaciuto di più è impossibile, ognuno mi ha colpito in modo diverso, lasciandomi la tremenda voglia di continuare a seguire i personaggi per la città.
Con questa splendida raccolta l’autrice non ha fatto che rafforzare la mia paura dei racconti, perché dopo avermiconquistato chiudere queste storie è stato difficile.
Spero che si rimetta subito al lavoro per produrre un altro concentrato di emozioni, l’inizio è sicuramente promettente!

 

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