Titolo: E se non fosse uno sbaglio?
Autrice: Marty Sunrise
Data di pubblicazione: 21 marzo
Costo: 1,99 €
Pubblicazione: self publishing tramite streetlib
Formato: attualmente solo in ebook
Numero di pagine: 334
Ci sono degli sbagli talmente belli, che sarebbe davvero un errore non commetterli. A venticinque anni, Rebecca si trova con un sogno nel cassetto e una vita tutta da decidere. Le piace vivere assaporando ogni singolo istante e seguire le proprie regole, a prescindere da quello che gli altri pensino di lei. È questo il motivo che l’ha spinta a trasferirsi a Madrid dopo la morte di suo padre, ma il matrimonio di sua sorella la riporterà in Italia. Tornare dove tutto è iniziato è un duro colpo per lei, si sente come se fosse di nuovo al punto di partenza, ma un incontro casuale e apparentemente innocuo con un uomo sconosciuto e perfetto, stravolgerà tutta la sua vita. Può una singola notte di sesso, far vacillare ogni sicurezza? Tutto può accadere, e quando la vita s’impegna, può portarti in situazioni che non avresti mai nemmeno immaginato. Ci saranno scelte da prendere, sacrifici da sopportare e verità da scoprire. Rebecca dovrà fare i conti con un arduo conflitto interiore e sarà costretta a venire a patti con la vera se stessa. L’amore sarà la sua forza. Si troverà sul bordo di un precipizio, e solo lei potrà decidere se è più rischioso buttarsi nell’ignoto o rimanere ferma in una realtà che non le appartiene.
Non lo incontrerò mai più, ma lo porterò sempre con me.
L’ho voluta fin dal primo momento in cui l’ho vista. L’ho avuta e la rivoglio.
Ho commesso il migliore errore della mia vita.
Ho commesso il peggiore errore della mia vita.
Come posso resistere?
Non ho nessuna intenzione di resistere.
Non voglio amarlo. Non sarò mai sua.
Non posso amarla. Io la possiedo.
Lo amo.
È mia.
ESTRATTI
Non avevo una meta precisa, avevo scelto di recarmi in centro a Roma ed ero entrata in un locale a caso per bere qualcosa. Era davvero un bel posto, un misto tra una discoteca e un bar. L’arredamento era elegante e moderno, le luci erano soffuse e la musica rendeva l’ambiente accogliente e piacevole. Mi era piaciuto subito, così mi ero accomodata su uno sgabello vicino al grande bancone circolare e avevo ordinato un Bombay Tonic.
“Quanto cazzo è forte.” mormorai a me stessa, una volta preso il primo sorso.
Era uno dei miei drink preferiti, alcolico e dal gusto deciso. Come ogni cosa bella della vita, esigeva un prezzo da pagare. Il prezzo del buon sapore di questo cocktail era sentire la propria gola andare a fuoco, ed io l’avrei pagato.
I miei pensieri profondi e filosofici sull’alcool furono interrotti da una presenza che si era accomodata proprio al mio fianco. Non mi ero girata a guardare chi fosse, ma data la vicinanza del suo corpo immaginavo si trattasse del macho di turno che volesse abbordarmi. Sapevo di essere una bella ragazza e non mi sarei sorpresa se il tizio avesse voluto provarci. In più dovevo considerare il fatto che fossi sola e che indossassi un vestito dotato delle tre S.
Scuro, Stretto e Scollato.
Con un vestito così avrei potuto vincere anche una guerra.
“Posso offrirti da bere?” mi chiese una voce profonda.
“Quanto sei prevedibile, tesoro!” pensai.
Mi girai verso di lui per rifiutare la sua proposta, non era proprio la serata giusta, ma appena mi voltai le parole mi morirono in gola.
“Vieni spesso qui, Rebecca?”
Il mio nome pronunciato da quelle labbra mi fece un effetto strano, proprio all’altezza del basso ventre. Accavallai le gambe d’istinto e m’inclinai leggermente verso di lui.
“No, sono appena tornata dalla Spagna. E tu?”
“No, sono appena tornato da Dubai.”
“Sangria e tapas contro grattacieli e deserto, mi dispiace amico, vinco io!” dissi, provocando una sua risata sommessa.
“Se fossi stata a Dubai non la penseresti così, è un posto unico.”
“E come mai adesso sei qui e non lì?”
“Impegni di lavoro. Tu, invece, che ci fai qui tutta sola?”
“Avevo bisogno di schiarirmi le idee, a volte tornare a casa non è facile, è come se fossi di nuovo al punto di partenza.”
Il suo viso si accostò ancora di più al mio. “Beh, pensa che ogni cosa che hai fatto nella tua vita, le azioni, le scelte, partenze e ritorni, tutto è servito a condurti fino a questo momento, fino a incontrare me. Proporrei un brindisi.”
Il suo tono era serio, anche se mi era sembrato di cogliere una certa ironia. “Quindi, giusto per capire la tua teoria, ogni cosa che ho fatto nella mia vita, aveva come unico scopo quello di farmi incontrare te?” chiesi sarcastica.
Mi sorrise, prendendo un sorso di liquido ambrato dal suo bicchiere. “Puoi affermare con sicurezza che non sia così?”
“No, ma posso dire di non aver mai incontrato nessuno più egocentrico di te.”
“Sei impertinente, Rebecca.”
“Un impertinente e un egocentrico s’incontrano al bar, sembra l’inizio di una barzelletta!”
“Odio le barzellette.”
“Chi l’avrebbe mai detto.” ovvio che Mister occhi di ghiaccio odiasse le barzellette.
“L’estate è la mia stagione preferita. Il sole, il mare, l’abbronzatura, le feste… ” dissi, ammirando le onde che s’infrangevano sul bagnasciuga e respirando a pieni polmoni la brezza che soffiava leggera e portava con sé il sapore del mare.
“Io preferisco l’inverno.”
La sua risposta mi fece scoppiare a ridere. Glaciale com’era, era ovvio che preferisse l’inverno! “Non mi sarei aspettata niente di meno da un tipo tenebroso come te!” lo presi in giro.
“Diventi ogni giorno più simpatica, ragazzina!” l’occhiata tagliente che mi rivolse mi fece ridere ancora di più.
“Sono sempre stata simpatica.”
“Come no.”
“Vedi, non mi conosci bene come credi!”
Mi mossi verso di lui e gli diedi una leggera spinta canzonatoria sulla spalla ma, massiccio com’era, non riuscii a smuoverlo di un millimetro. Eravamo entrambi seduti su un telo che avevo accuratamente steso sulla sabbia, con il viso rivolto verso il sole, le gambe stese e i piedi immersi nei granelli dorati. Chiunque ci avesse visto, ci avrebbe scambiato per una normalissima coppia d’innamorati in vacanza. Attimi del genere mi riempivano di felicità, anche se Riccardo non era mio, in quel momento lo era, e questo mi faceva sentire bene.
È un’illusione.
Zitta.
Ti stai innamorando.
Assolutamente no!
Staremo a vedere…
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