Recensione “Waiting me” di Sofia Mancini

 

 

 

 

Scappare dal passato non è mai una scelta logica, mentre ti godi la vita potrebbe arrivare, di punto in bianco, e trascinarti di nuovo nell’inferno che hai tentato di lasciarti alle spalle, riportando a galla vecchie ferite che credevi fossero cicatrizzate.

Rebecka e Joseph non si conoscono, non sanno niente dell’esistenza dell’altro, eppure hanno un passato simile che li accomuna.

Rebecka scappa da una realtà orribile, abbandonata in fasce, cresce in un orfanotrofio in cui l’amore e la compassione non sanno cosa significhi. Quando diventa maggiorenne fugge con l’unico ragazzo che la fa sentire amata, peccato che questa sia solo una facciata e finisce nella rete di un manipolatore narcisista capace di distruggere la sua mente e renderla assuefatta da lui. Un giorno, però, prende coraggio e decide di scappare.

Joseph è un avvocato di successo, ma ha un passato oscuro. Cresciuto da solo, dopo la morte dei genitori, finisce in un giro poco raccomandabile che gli permette di continuare gli studi. Uscire da certi giri, si sa, non è mai semplice e una volta dentro, lo sei per sempre anche se fai perdere le tue tracce.

Valencia non è mai stata così accogliente come nell’ultimo periodo e quando Joseph incontra lo sguardo magnetico di Rebecka, qualcosa cambia. Ma non c’è spazio per i sentimenti quando entrambi hanno un killer in comune che li vuole morti.

Rebecka è una ragazza poco più che ventenne che dalla vita non ha mai ricevuto niente. Quando comincia a frequentare quell’affascinante ragazzo, poco prima di decidere di seguirlo scappando dall’orfanotrofio, crede di aver finalmente incontrato l’amore. Qualcuno che sia disposto a prendersi cura di lei. Qualcuno che finalmente è interessato al suo benessere. Ma ancora non poteva sapere quanto quella sua supposizione potesse essere sbagliata. Almeno fino al momento in cui non si vede mettere piede in casa sua. Ciò che sembrava amore si trasforma in odio. Ciò che appariva come interesse si trasforma in possesso. La protezione che tanto sperava ricevere divenne inesistente e inconsistente. L’uomo che aveva creduto di amare la rivendicava come una sua proprietà, come un oggetto di arredamento. Serviva solo per il sesso e per reclamare insulti. Dopo due anni Rebecka riuscì a trovare finalmente il coraggio di scappare preferendo morire piuttosto che rinunciare anche solo un altro minuto alla sua libertà.

Joseph è ora un avvocato affermato che ha usato mezzi discutibili per pagarsi gli studi. Piuttosto ironico che proprio lui che dovrebbe far rispettare le leggi sia proprio colui che per primo le ha infrante e aggirate. Joseph è il tipo d’uomo da cui dovresti, anche dopo averlo incontrato per errore, correre il più lontano possibile senza voltarti indietro. Soprattutto Rebecka è proprio ciò che dovrebbe fare. Joseph rappresenta in carne e ossa e in ogni cellula del suo corpo ciò da cui le è già scappata e il più grande motivo per cui dovrebbe continuare a farlo. Nessun posto è abbastanza lontano. Ma il loro destino viene unito proprio da colui da cui fuggono. Si ritrovano a unire le forze e allo stesso tempo a desiderare di stare il più lontano possibile.

Costruiamo il futuro sopra alle basi del passato e quest’ultimo influenza il nostro presente, figuriamoci se non debba poi farlo col nostro domani.

In qualche modo entrambi sono tormentati da ciò che hanno fatto o passato. Non riescono a lasciare correre ciò che è stato nonostante facciano di tutto per rimanere nel presente. Il passato ci dice cosa siamo stati in modo da poter creare il nostro presente. Non accettare il proprio equivale a non avere davvero un presente o immaginare un vero futuro. Si rimane intrappolati in ciò che stato, non guardando dove si è arrivati o dove si può arrivare. Entrambi lo sanno bene ma non possono cambiare la loro realtà. Nessuno dei due crede nelle seconde occasioni. Hanno già buttato al vento la prima, l’unica cosa che gli resta da fare è sopravvivere. Ma sopravvivere può realmente chiamarsi vita? Avere costantemente paura che nonostante si vada lontano il passato possa sempre bussare alla loro porta con una pistola in mano pronto a concludere qualunque cosa abbiano cercato di iniziare?

Stare insieme sarà la loro condanna più grande ma anche la loro svolta. Due cuori distrutti non possono farne uno intero ma volendo possono riparare quelle immense crepe che hanno fatto nido nei loro cuori. La domanda è: “accetteranno di essere la risposta dell’altro?”

Un libro interessante, con una protagonista tosta e un protagonista che se non riesce a farvi saltare i nervi con le frasi con cui se ne esce è un miracolo. Entrambi sono l’opposto di ciò che sembrano o credono di essere ed entrambi hanno bisogno dell’altro per vedere ciò che ai loro occhi è invisibile. Una lettura leggera nonostante le tematiche e piuttosto veloce.

ELEONORA

Loading

La nostra votazione

Pubblicato

in

da

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *