Recensione “Una lunga estate crudele” di Alessia Gazzola

 

Alice Allevi, giovane specializzanda in medicina legale, ha ormai imparato a resistere a tutto. O quasi a tutto. Da brava allieva, resiste alle pressioni dei superiori, che le hanno affidato la supervisione di una specializzanda… proprio a lei, che fatica a supervisionare se stessa! E lo dimostra anche la sua tortuosa vita sentimentale. Alice, infatti, soffre ancora della sindrome da cuore in sospeso che la tiene in bilico tra due uomini tanto affascinanti quanto agli opposti: Arthur, diventato l’Innominabile dopo troppe sofferenze, e Claudio, il medico legale più rampante dell’istituto, bello e incorreggibile, autentico diavolo tentatore. E infine, Alice resiste, o ci prova, all’istinto di lanciarsi in fantasiose teorie investigative ogni volta che, in segreto, collabora alle indagini del commissario Calligaris. Il quale invece dimostra di nutrire in lei più fiducia di quanta ne abbia Alice stessa. Ma è difficile far fronte a tutto questo insieme quando, nell’estate più rovente da quando vive a Roma, Alice incappa in un caso che minaccia di coinvolgerla fin troppo. Il ritrovamento dello scheletro di un giovane attore teatrale, che si credeva fosse scomparso anni prima e che invece è stato ucciso, è solo il primo atto di un’indagine intricata e complessa. Alice dovrà fare così i conti con una galleria di personaggi che, all’apparenza limpidi e sinceri, dietro le quinte nascondono segreti inconfessabili. Alice lo sa: nessun segreto è per sempre. E chi non impara a tenere a bada i propri segreti finisce col lasciarsene dominare… fino al più tragico e crudele dei finali.

 

 

 

Ho voluto prendermi una pausa dai romance, trovando sul fondo del mio Kindle questo romanzo del lontano 2015.

Mi sono resa conto però, solo in corso di lettura, che il romanzo si colloca a metà della serie “L’Allieva”, quindi sono partita svantaggiata ignorando parte degli avvenimenti precedenti ma, tant’è, questo ho letto, questo mi è piaciuto e di questo vi parlerò.

Alice è una specializzanda in anatomia patologica in un ospedale della capitale. Una Roma che fa da sottofondo, con connotati fin troppo anonimi per i miei gusti: una città così bella meriterebbe una parte solo per sé, sempre!

Apprendo dagli indizi che l’autrice ha disseminato qua e là in “Una lunga estate crudele” (per aiutare le sprovvedute come me che non hanno seguito la serie dall’inizio), che Alice ha avuto una relazione con Arthur, l’innominabile fratello della sua coinquilina, e nutre una passione latente per il suo superiore Claudio Conforti.

 

In questo episodio si affronta il ritrovamento dei resti di un attore scomparso una ventina di anni prima; a tutti gli effetti un “cold case” in una estate rovente, di quelle che ultimamente durano sempre di più e che ci lasciano stremati ma anche nostalgici.

 

“Lo sanno tutti che dopo Ferragosto la fine dell’estate è a un passo, anche se si schiatta di caldo ed è molto più estate oggi che in luglio. Sono pervasa da quella sensazione di perdita che si prova all’alba dell’Epifania, quando non è più lecito sentirsi in festa”

Alice è innamorata del suo lavoro, ma ancor di più dell’ambito investigativo che inevitabilmente circonda ogni delitto e partecipa, in modo riservato, alle indagini con l’Ispettore Calligaris che apprezza la sua fine perspicacia.

L’intraprendenza della specializzanda viene spesso limitata dai suoi superiori, che hanno una scarsa stima di lei, ma l’entusiasmo della giovane rimane saldo e lei trova sempre degli escamotage per raggiungere i suoi obiettivi.

 

La ragazza è dotata di un ottimo spirito di osservazione e buone capacità deduttive, queste qualità si rivelano preziose per la gestione del caso.

Alice ha la capacità di mettere troppa carne al fuoco, in ambito sentimentale, ingarbugliando una situazione già complicata. La sua amica Laura le consiglia di non fare entrare nessun altro nella sua vita finché il cuore non si libera del ricordo dell’Innominabile, ma lei ci carica una storia che alla fine rimane di solo sesso (almeno per lei) e una frequentazione con un galantuomo che tanto la affascina per i suoi modi.
Alice è una matassa ingarbugliata e la situazione sembra simile a quella dei volumi precedenti, probabilmente l’autrice ha avuto in mente per lei un percorso ben preciso che si evolve lungo la serie. Certo è, che rispecchia fedelmente la complessità affettiva tipica della sua giovane età, dove la passione si scontra con i retaggi tramandati dalle passate generazioni, che associano la felicità e la realizzazione solo ad un matrimonio con figli.

Mentre gli uomini perdono per strada l’arte del corteggiamento, le donne, seppur emancipate, quando incontrano il romanticismo riconoscono come bisogno essenziale.

E Alice non è da meno: se da un lato la calamita chimica la attira verso Claudio, dall’altro è sinceramente affascinata dal garbo, la cultura e la galanteria di Sergio, un professionista maturo che collabora con l’Istituto di medicina legale.

Si rende conto però che, in mezzo a tanta confusione emotiva, l’unica persona con cui passa volentieri del tempo è sé stessa.

 

“Parto nella piena libertà della solitudine. E’ un lusso fin troppo sottovalutato”

 

Lontana dai personaggi più strutturati di Key Scarpetta e Temperance Brennan delle quali mi sono nutrita nei decenni passati, (quindi dimenticatevi serial killer, seghe Stryker e cadaveri dissezionati, certi particolari ci verranno risparmiati), l’autrice ha saputo miscelare bene vari generi tenendoli tutti a tinte soft.

Sicuramente è un giallo investigativo, tinto di rosa ma screziato anche da risvolti psicologici, che coinvolgono sia i personaggi principali che gli indiziati nel caso di omicidio.
Non dimentichiamo poi una sottile vena umoristica perché simpatica  Alice lo è parecchio e anche quel tantino imbranata, caratteristica che piace tanto alle lettrici e ce la fa sentire più vicina.

Alice non si ferma mai, la sua vita corre su binari frenetici fra Istituto e indagini, e la sua mente è in costante fermento, come un alveare, ma eventi inattesi quelli che la mettono di fronte ad una riflessione:

 

“E’ bello, è bellissimo quando all’improvviso non esiste il tempo, non esistono gli obblighi, non esistono i ma. Quando senti la libertà di poter vivere il momento senza essere costretta a pensare”

 

Pov singolo, stile narrativo piacevole e incalzante, i personaggi sono ben descritti, puoi quasi “sentirli”; alcuni sono splendidi come la mitica nonna Amalia, dispensatrice di perle di saggezza

 

“Se arrivi alla stazione e il treno sta partendo, aspetti quello seguente, ma se non ce ne sono altri, sali sul treno in corsa, no?”

 

Altri più controversi come Claudio, del quale ancora non mi sono fatta un’idea chiara, indecisa sul crederlo il detentore della verità sulla riuscita di una relazione o, al contrario, un vigliacco che rifugge gli impegni duraturi.

Bellissimo anche il rapporto che si viene a creare fra Alice e “Laftella”, l’allieva secchiona che le viene affiancata. Se in un primo momento può averla considerata una zavorra, ben presto si renderà conto di aver trovato in lei una valida risorsa, e il genuino entusiasmo della ragazzina sarà un raggio di sole anche per noi.

Come due romanzi in uno, dove da una parte troviamo il duo investigativo Calligaris- Allevi e nell’altro l’equipe medica dell’Istituto di medicina legale.

C’è poi una bellissima parentesi dedicata ad una vacanza sull’ isola di Alicudi, dove l’incanto della natura delizia l’immaginazione.

Leggerò con piacere la serie dall’inizio, anche se ormai mi sono “spoilerata” parecchi avvenimenti,

 

Una lettura veramente deliziosa e sono curiosa di come andrà a finire.

 

 

 Anna

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