Recensione “Un milione di baci” di Monica Murphy

 

 

 

Tutti, al liceo Lancaster Prep, adorano Wren Beaumont. È bella, dolce e intelligente. Le ragazze vogliono essere come lei e gli studenti fanno a gara per invitarla a uscire. Tutti tranne Crew. È convinto di aver capito cosa si nasconde dietro quell’apparenza perfetta: insicurezza, desideri repressi e un bisogno ossessivo di compiacere gli altri. Sarà anche bellissima, ma lui non è disposto a farsi trattare con finta gentilezza da una ragazza che ha paura di mostrarsi per quello che è veramente. Tutto cambia il giorno in cui Wren e Crew sono costretti a lavorare insieme a un progetto. Giorno dopo giorno, scoprono di avere molte più cose in comune di quante potessero immaginare. L’attrazione tra loro cresce irrefrenabile: più stanno vicini e più il muro che li separa comincia a sgretolarsi. E Crew capisce di non avere scelta: non si darà pace fino a quando Wren non sarà completamente, incondizionatamente pazza di lui.

 

Young-adult, college-romance, insomma avete capito il genere.

Wren e Crew sono nomi abbastanza particolari, così come particolari sono i protagonisti, Lui è lo scapestrato del liceo, figlio di un imprenditore facoltoso, ricco sfondato, bello da morire.

La nostra Wren è bella, solare, dolce, intelligente unica figlia di una coppia facoltosa che colleziona opere d’arte come se fossero figurine.

Diciamo che il loro mondo è molto lontano dal mio, ma leggere porta anche a questo:  sognare posti diversi, vite differenti che ci portano a volte ad innamorarsi, altre ad arrabbiarsi o soffrire.

La loro storia inizia come una sfida: lui deve far cedere la bella protagonista che, sfoggiando il suo anello, ha reso di dominio pubblico il suo status di vergine e la sua caparbietà a rimanere tale.

Si inizia con un’ escalation di emozioni, si parte dal semplice bacio fino ad arrivare a…

Preparate i ventilatori: la storia si surriscalderà in men che non si dica e, pur essendo giovani e inesperti, la passione e l’eros ci porteranno a fantasticare sulle possibili variabili.

La trama non spicca di certo per l’originalità, la storia della verginella inesperta trita e ritrita è stata oggetto di discussione in molti romanzi, ma devo ammettere che la scrittura dell’autrice e qualche tocco di particolari succulenti hanno reso la storia accattivante e ho staccato difficilmente lo sguardo da quei due giovani.

Lasciarsi andare è il motto, vivere e libertà le parole d’ordine.

Un bell’insieme.

Anna

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