Recensione “Tutti i colori del domani” di Paolo Costa

A pochi mesi dalla fine della sua storia più importante, Alberto è distrutto e incapace di rimettere insieme le tessere di un puzzle che sembra più grande di lui. Con la sensazione di essere un buco nero, capace di risucchiare sé stesso e il ragazzo che era prima ancora di rovinare la vita alle persone più care attorno a sé, Alberto trascorre le giornate muovendosi in punta di piedi, costantemente in allerta e in attesa del prossimo attacco di panico che potrebbe consumarlo. Basteranno una notte di divertimento e la presenza inattesa di un bizzarro sconosciuto a fare la differenza nella vita di Alberto, segnando il confine sempre più sottile tra quella che era la sua tristezza di prima e quello che sarà il coraggio di ricominciare e vivere davvero il domani guardandone tutti i colori.

 

Questa storia mi ha strappato il cuore dal petto!

Alberto è bloccato nel tempo e nello spazio, depresso e incapace di riprendere in mano la propria vita dopo una grandissima delusione d’amore. Chi non ha sofferto per amore? Chi non è rimasto a crogiolarsi nelle proprie emozioni, cercando di capire cosa è andato storto? Capita anche di non riuscire a fare quel passo per andare avanti, a non riuscire a tirarsi su da un letto che, allargando le braccia, ti tiene al sicuro da un mondo pericoloso per il nostro cuore.

 

Bastano una sera in cui Alberto deciderà di provare ad uscire da quel guscio di mattoni che si è creato, e una giornata intera trascorsa con un ragazzo strano, silenzioso e cupo, ma capace di aprirgli la mente. Cosa sarà Ettore per lui? Un nuovo amore? Una nuova visione della vita? Secondo me è stato la capacità di fargli capire che il presente va vissuto fino in fondo, senza troppe aspettative per un futuro che non possiamo vedere e un passato che non ha fatto altro che spingerci a toccare il fondo. Ettore è quell’epifania che ci scombussola la vita, dandoci una spinta che non ci aspettavamo. Ettore è la rappresentazione di ciò che fa paura ma che spinge verso una qualunque direzione, piuttosto che la staticità in cui Alberto si era rifugiato.

 

L’immensa tristezza dentro cui stava affogando Alberto, quel mare profondo su cui stava malamente a galla, può avere una fine.

 

Non so perché questo romanzo mi è entrato dentro così tanto. Forse perché possiamo tutti immedesimarci in un momento della nostra vita in cui tutto ci è sembrato difficile, insormontabile e impossibile da vincere. Mi ricordo di quando anche io sono stata come Alberto. Quello che non ricordo è chi è stato il mio Ettore, se l’ho avuto. Ho avuto la possibilità di ricominciare da me, così come il nostro protagonista.

 

Leggete questo romanzo in un momento in cui non siete troppo giù di morale perché è davvero intenso.

 

firma Claudia

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