Recensione “Troppo vicino al sole” di Verdiana Rigoglioso

 

Stefania e Roberto sono una delle coppie più brillanti che i media italiani abbiano mai incontrato: lei, giovane e bella, è una scienziata tanto geniale quanto stravagante, ormai famosa in tutto il mondo per le sue incredibili scoperte. Roberto ha un lavoro appagante, un aspetto sempre impeccabile e nessuno scheletro nell’armadio. Una coppia che sembra capace di affrontare qualsiasi ostacolo… eppure, non è tutto oro quel che luccica.

Vorrebbe tanto essere una persona comune, Stefania, ma la sua mente geniale l’ha sempre fatta sentire un po’ esclusa, e forse anche un po’ fuori dalle righe. Quando però incontra Roberto, il suo desiderio di avere una vita come tutte le altre sembra finalmente esaudirsi: il loro è un amore totalizzante, talmente forte che niente e nessuno sembra poterlo sradicare. Eppure, giorno dopo giorno, Stefania sente che Roberto nasconde delle ombre che rischiano di mettere a repentaglio non solo il loro amore, ma tutto ciò che lei è sempre stata.

 

Quando, dopo un terribile evento accaduto all’improvviso, Stefania rischierà di perdere tutto – ma soprattutto se stessa – dovrà trovare la forza di rialzarsi e di credere di nuovo nell’amore… riuscirà a farlo?

 

 

Una vita che all’apparenza sembra così perfetta eppure qualcosa nel buio della notte fa sorgere quei dubbi che tormentano l’anima: “Ero davvero una così pessima moglie? Non sapevo cucinare, dedicavo più tempo alla carriera…” e via dicendo.

Stefania è una delle scienziate più brillanti in Italia, votata interamente al suo lavoro, la sua vita di coppia inizia ad essere del tutto inesistente.

“C’è rumore nella mia anima, per la prima volta dopo tanto tempo, nonostante il silenzio di questa casa che rappresenta ciò che sono stata. E che non sarò mai.”

Il romanzo di certo non  è di facile lettura, ci si sente avvolti e travolti da emozioni contrastanti, come può una donna con un QI così alto, il suo status lavorativo all’apice del successo cedere psicologicamente alla “superiorità” del partner?

Al capezzale del marito in coma Stefania recita una semplice litania “Non farlo arrabbiare. No. Roberto non può arrabbiarsi. Roberto dorme.”

Da lì, tra ricordi e pensieri della protagonista, ci si addentra in un mondo così buio e scuro dove è difficile trovare la via d’uscita o la semplice forza di cambiare… andare avanti lontano da lui.

La scrittura di Verdiana ti “obbliga” a continuare il racconto seppur odiando i protagonisti per quelle scelte insensate per gli occhi di un lettore, ma noi siamo la parte che ascolta, esterna, non narriamo né viviamo i fatti, è così facile giudicare e dire “io non l’avrei mai fatto”.

Di fronte alle parole “Forse non faccio abbastanza. Sicuramente non faccio abbastanza.” o “Quella sera, dandoci le spalle, distesi a letto, cominciai a chiedermi cosa non andasse in me.” ti rendi conto che non è facile uscirne indenni, persone che nel silenzio subiscono quella supremazia che non è così palese agli occhi degli altri.

Subire… odiare se stesse… vivere per l’altro… attendere la sua approvazione.

Non è solo fisica la violenza nel mondo… e quanto prima ce ne renderemo conto, prima riusciremo a sentirci veramente libere di essere noi stesse.

 

 

Anna

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