Recensione “Troppo grassa per amarsi” di Noemi Esposito

 

 

 

Amy ha 16 anni, tanti sogni nel cassetto e troppi problemi con se’ stessa. Dopo un tragico cambio d’istituto scolastico, si ritrova in un mondo molto diverso da lei rispetto a quello che si aspettava. Scaraventata in un ambiente pieno di pregiudizi e gente fin troppo magra rispetto alla sua taglia 52, Amy non riesce a sentirsi mai bene con se’ stessa. Per giunta, nessuno tranne il padre crede che lei potrebbe diventare una cantante, sogno da lei curato fin da bambina. Una sera, però, insieme alla sua migliore amica e compagna di avventure conosce Davide, un ragazzo di città conosciuto soprattutto per il suo passato da sciupafemmine. Una storia d’amore all’insegna dell’accettare se’ stessi e di apprezzare le diversità, uno di quei romanzi diversi dagli altri poiché punta soprattutto a sensibilizzare chi “discrimina” quasi le persone grasse. Inizialmente nata come una guida all’essere forti, si è poi trasformato in un romanzo coinvolgente e adatto ai ragazzi dai 12 anni in su.

Una sedicenne e tanti sogni nel cassetto.

Una sedicenne e tante teste di “Minghia” intorno. Ecco, questo è il punto di vista. Delle forme più rotonde ed ecco che i bulli della situazione iniziano a ricamarci sopra.

Non ho mai sopportato il bullismo, alla mia epoca non aveva un’identità questa forma di violenza psichica, adesso chiamato liberamente bullismo e tanto liberamente messo in atto.

In questo libro troveremo il sogno di Amy, la sua voglia di cantare, il suo primo amore, e tanti pregiudizi che le ruotano intorno. Pochi amici, un approccio diverso nel conoscere il suo primo amore e i sogni che, si spera, diventino realtà.

Ho visto molto di buono in questo libro, non solo perché autobiografico, ma perché la scrittura acerba dell’autrice rileva, con genuinità, quella che è una sorta di diario.

Una scrittura molto scorrevole, piacevole e libera, semplice e spesso dai toni elementari ma che non crea confusione e non stravolge i pensieri della protagonista.

La narrazione e l’età della protagonista vanno di pari passo, non si ha la dialettica perfetta italiana ma pensieri, dialoghi, e mezzi di comunicazione consoni all’età.

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