Recensione “Ti regalo la luna” di Kristan Higgins

 

Dopo la morte della moglie, Joshua Park si è accorto di essere precipitato in una solitudine totalizzante: in quanto scienziato, lavora principalmente da solo. E la timidezza di cui ha sempre sofferto ha reso negli anni la sua cerchia di amici molto ristretta.

Lauren era la donna della sua vita, l’unica che lo conoscesse e fosse in grado di trascinarlo fuori dal suo guscio. Così perfetta da aver previsto che senza di lei Joshua si sarebbe chiuso in sé stesso.

Per questo, prima di morire ha escogitato un piano per fargli superare il dolore, la rabbia e la negazione, indirizzandogli dodici lettere. Dodici lettere per accompagnare Joshua nel primo anno senza di lei, in un percorso straziante ma bellissimo e a volte persino divertente. Dodici lettere per ritrovare la gioia. Dodici lettere per imparare la lezione più preziosa di tutte: la strada per la felicità non segue mai una linea retta.

 

 

Giuro non ho più lacrime da versare, questo libro mi ha letteralmente prosciugato le forze, lacrime ed emozioni.

Ferma, immobile, senza forze, senza più niente tra le mani, mi ritrovo a scrivere di getto questa recensione e scusate le troppe emozioni che mi stanno travolgendo, forse non riusciurò a metterle su carta.

Intenso.

Incancellabile.

Indimenticabile.

Lancinante.

Assordante.

Profondo.

Per chi è debole di cuore lo sconsiglio.

È una lettera di addio, il viaggio di un amore che adesso è solo un ricordo; ci prosciugherà ogni forza, ogni dannata lacrima. Navigheremo fra emozioni varie, inaspettate, travolgenti: gioia, dolore, sconcerto, tristezza, stupore, meraviglia.

Attraverseremo le fasi del lutto e dalla rabbia di quell’addio doloroso attraverseremo lentamente, la negazione, il patteggiamento, la depressione, l’accettazione per poi riemergere.

Assurdo come un amore così incondizionato porterà l’altro a ricominciare ad amare.

Malattia, lutto, presente e ricordi.

Dodici sono le lettere che accompagneranno Josha in questo lungo cammino: dodici lettere, dodici mesi. Come può una moglie in fin di vita far sperare al marito una nuova vita? Eppure Lauren ci riuscirà, la forza dell’amore, quello eterno e infinito.

“Era uno shock quel mondo che andava avanti.” Senza di lei… “La sua assenza era peggio che dimenticarsi della sua morte.”

Fibrosi polmonare idiopatica, da questa sentenza tutto è iniziato. Il calvario, la speranza, la lenta fine.

“Qualsiasi cosa tu scelga, falla con il cuore e lascia il segno.”

Lauren porterà Joshua a conoscere persone nuove, il simpatico Radley ne è un esempio, lo porterà ad affrontare le sue paure, a conoscere la più grande verità e poi… Quell’ultima lettera.

“Penso che per me sia stato più semplice. Io sono morta, mentre a te è spettato l’arduo compito di vivere. So che è difficile… Quindi questa è l’ultima voce della lista… ed è la più difficile. Trova qualcuno da amare… Apri di nuovo il tuo cuore… Lascia che io sia una delle cose più belle che ti siano capitate.”

Toccante.

 

 

 

Anna

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