Recensione “The Vampire’s Prisoner” di Scarlet Blackwell

Il dottor Alex Somerville è affascinato da tutto ciò che è paranormale.

Così, per approfondire gli studi sulle creature della sua specie, organizza la cattura e il trasporto di un vampiro francese nella sua casa vittoriana di Londra.

Arrivato privo di sensi e bruciato dal sole, la sopravvivenza di Raphael Lefevre come campione di laboratorio sembra essere in dubbio. Ma i poteri rigenerativi dei vampiri sono leggendari e ben presto Raphael, scontento della sua situazione, tenta di ribaltare le sorti della vicenda cercando di sedurre il suo carceriere.

Riuscirà a rendere Alex il prigioniero del vampiro?

 

The vampire’s prisoner è un breve racconto erotico m/m gothic.
Alex Somerville è un medico cinico che ha gusti sessuali particolari ed è solito sollazzarsi col suo valletto e altri “amici” del club.
A scopi scientifici decide di far rapire Raphael Lefevre, un vampiro centenario bello e carismatico, per poterlo studiare e poter pubblicare i suoi esperimenti, ma i suoi intenti scemano non appena gli posa gli occhi addosso e i suoi istinti al livello dei suoi lombi prendono il sopravvento.

Il vampiro è stato catturato e trasportato in modo non idoneo e, gravemente ferito, giace in una gabbia nel seminterrato in attesa del suo destino. Scaltro e istintivo, Raphael  cercherà di liberarsi usando l’inganno.

 

Un racconto con solo un abbozzo di trama, dove l’ evidente mancanza di struttura è stata farcita di scene di sesso molto esplicite e anche di gusto discutibile.
Mi ha infastidito particolarmente la tentazione di approfittarsi del “povero” vampiro quando era moribondo, un’ipotesi di stupro bella e buona, che non concepisco in nessuna circostanza.
I caratteri dei protagonisti hanno avuto ben poco spazio per essere sviluppati. Vi è solo un accenno veloce all’infanzia priva di affetto vissuta dal medico e ai secoli passati in solitudine del vampiro. Tematiche che avrebbero potuto conferire maggior profondità alla narrazione e alla trama.

Non presenta un particolare peso letterario e sinceramente è una lettura della quale non avrei sentito il bisogno.

L’autrice scrive bene, ma rendere un racconto alla stregua di un filmetto pornografico, non le rende certo onore.
Non lo consiglio.

Anna

 

 

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