Recensione “Soundless” di Robin C.

 

 

 

CHRISTOPHER

Non avrei dovuto cedere alla tentazione di avvicinarlo. Non avrei dovuto sedurlo e farlo innamorare di me. Eppure era accaduto ed era stato destabilizzante, perché amare Thomas non aveva soltanto appagato la carne, mi aveva anche sconvolto l’anima. E non me lo potevo permettere.
Ero un Brooks. Il destino associato al mio nome non avrebbe mai contemplato sentimenti come quelli che provavo nei suoi confronti.
Per questo gli avrei spezzato il cuore senza pensarci due volte.

THOMAS

Stare con Christopher aveva significato coronare il sogno più grande della mia vita. Poter finalmente amare l’uomo che avevo creduto irraggiungibile per molto tempo.
Se avessi saputo quanto male mi avrebbe fatto, forse, sarei scappato a gambe levate.
O forse no, perché allontanarmi da lui era l’unica cosa che non sarei mai stato in grado di fare.
Avevo dunque aperto le braccia e mi ero lasciato distruggere.

Christopher Brooks è un ragazzo ricco, sfrontato, viziato e arrogante. Tutto il contrario di Thomas Jhonson che invece è timido, riservato e perdutamente innamorato. Sarà proprio quest’amore incondizionato il suo tallone d’Achille, il sentimento che gli farà toccare le vette più alte della felicità, e altrettanto velocemente lo trascinerà negli abissi più profondi dell’inferno. Perché amare un Brooks è una cosa che può annullarti e annientarti, ma crea dipendenza e non puoi più farne a meno. Lo sa bene Thomas che, pur di stargli vicino, si fa maltrattare, prima soltanto mentalmente, fino a che non si arriva anche alla violenza fisica. Ed è lì che qualcosa di già rotto, di già usurato, si spezza definitivamente, e vediamo il nostro protagonista prendere definitivamente le distanze da quell’amore malato, per seguire finalmente la sua strada. Chris però non è preparato a questo distacco e va in pezzi, auto lesionandosi, distruggendosi per mettere a tacere quel dolore forte e pressante che sente nel petto. Finirà così la loro storia d’amore, con i due ragazzi divisi a vivere vite che sono destinate a non incrociarsi ancora? C’è sempre un destino, qualcosa di scritto…

Ultimamente mi sono resa conto che le storie M/M sono le mie preferite: sono dell’idea che se scritte bene, riescano a trasmettere più sentimento, più amore, più passione. Nella vita vera, secondo me, quando un uomo si innamora davvero, lo fa in modo totale e se viene lasciato soffre molto di più di una donna. Quindi quando ho saputo che l’autrice stava trattando questo tema, non vedevo l’ora di leggerlo, perché la Robin ci ha sempre abituato a storie profondamente appassionate e questa non è da meno. La sua penna intensa ti avvolge di emozioni contrastanti che ti accompagnano per tutta la lettura, dalla prima parola dell’epilogo fino alla parola fine.

Ma veniamo alla trama: Thomas è un ragazzo tranquillo che vive la sua vita in modo discreto e riservato, Christopher è tutto l’opposto, ed è il suo profondo egoismo che li fa avvicinare. Non sono sicura di quale dei due sia il più forte: Chris sembra il carnefice, lo spietato aguzzino, ma forse, in realtà, è più vittima lui di Thomas. Thomas sopporta stoicamente tutte le stronzate che Chris gli propina per difendersi da un sistema e da una famiglia conservatrice e omofoba a livelli esagerati. Non un amore a senso unico quindi, ma qualcosa che va oltre la razionalità, che si ciba di istinto e di passione e che è difficile da controllare. Chris ha tutto sotto controllo, o almeno così si illude che sia, un matrimonio di facciata con la più bella ragazza di Berkeley, un lavoro prestigioso nell’azienda di famiglia e un pied a terre dove incontrare di nascosto il suo vero amore. Ed è qui che qualcosa si rompe: Thomas si ribella e gli chiede un unico sacrificio per avere la forza di continuare a restare con lui, sacrificio che Christopher, troppo pieno di sé, gli nega. Thomas allora prende la sofferta decisione di troncare questa relazione che lo fa stare male, che lo piega e lo costringe ad essere la persona che mai vorrebbe essere. Da qui in poi la trama prende un’altra piega e, se devo essere sincera, è la parte che ho preferito, quella più umana, più coinvolgente. Ci mostra un Chris cambiato radicalmente, libero di vivere la sua vita come ha sempre voluto, supportato dalla sorella Nancy e con un lavoro che lo soddisfa. Anche Thomas è diverso: è più razionale, più maturo, più forte, un uomo di successo che si è fatto da solo. Una cosa soltanto non è cambiata per nessuno dei due: il ricordo di quell’amore totalizzante e tossico, vissuto in un momento sbagliato e che, anche se ha fatto molto male ad entrambi, è ancora lì, nell’anima e nel cuore. È una storia davvero intensa e struggente narrata nella la prima tranche in maggior parte dal pov di Thomas, mentre nella seconda, chi ci parla di più è Christopher.

La Robin, come dicevo, è capace di sviscerare e scarnificare così profondamente le emozioni dei suoi protagonisti, da renderle talmente reali che il lettore diventa parte integrante della storia. È una trama ben studiata che segue un perfetto filo logico, il lavoro di Thomas, l’incidente di Chris, anche il titolo del libro è azzeccato e all’inizio non capivo il perché di quella scelta…per questo non sono d’accordo con l’autrice quando si definisce giardiniere come tipo di scrittrice (chi arriverà ai ringraziamenti capirà di che cosa parlo). Questa storia è più da architetto!

Comunque, con questo libro mi è capitata una cosa strana: i protagonisti mi sono rimasti addosso ora che ho finito la lettura e non nel momento in cui ero immersa in essa. È adesso che sto pensando ai loro discorsi, ai loro momenti di amore e di passione, ed è in questo momento che ne vorrei ancora e che mi sento abbandonata. Devo solo fare un piccolo appunto: nel finale i mesi e gli anni si susseguono un po’ troppo velocemente, come a voler concludere frettolosamente una storia che merita tantissimo. Consigliatissimo perché la Robin è una garanzia e i suoi libri non deludono mai!

Alla prossima!

BARBARA M

firma Claudia

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