Recensione “Sorridi per me (The Summerhaven Trio Vol. 2)” di Katy Regnery

 

 

 

Tierney Haven, amante dei libri, ha sempre preferito i luoghi alle persone, e ama soprattutto la pace e la quiete di Villa Moonstone, un museo situato sulle White Mountains del New Hampshire, dove presiede le visite ed è la principale storiografa e curatrice del posto. L’ultima cosa che si aspetta è di ritrovarsi Burr O’Leary, uno sconosciuto ferito e sanguinante, sulla soglia di casa nel cuore della notte, con un disperato bisogno di aiuto.

Contro ogni buonsenso, e sfidando l’ira dei suoi fratelli, Tierney offre un riparo a Burr a Villa Moonstone e lo aiuta a tornare in salute, sorpresa di scoprire che l’impetuoso ed enigmatico sconosciuto ama la storia e la pace di Moonstone tanto quanto lei. Ma Burr ha un passato oscuro, e coloro che l’hanno ferito non si fermeranno davanti a niente pur di eliminarlo… esponendo Tierney a un grave pericolo. Almeno finché Burr non si sentirà abbastanza in forze da trovarli per primo.

Una di quelle autrici che racconta storie che ti entrano dentro. Dopo la serie delle favole in chiave moderna, ecco che si cimenta in una nuova serie.

Il primo capitolo ha visto come protagonista Rory, in questo la sorella gemella Tierney e il suo colpo di scena.

Tierney da sempre ragazza taciturna, solitaria, accondiscendente e pacata, la ragazza della porta accanto, colei che agli uomini ispira solo amicizia, con un corpo non desiderabile e quegli occhiali da bibliotecaria.

Una notte di tempesta, un uomo bussa alla sua porta, una ferita da arma da fuoco e quegli occhi azzurri che ispiravo la sua fiducia.

Conosceremo Burr, il poliziotto corrotto dal passato oscuro e portatore di pericoli.

Scritto in terza persona, il libro si presenta scorrevole e armonioso, con parti descrittive ampie e necessarie. La scrittura della Regnery, per me, è una garanzia, le sue storie, seppur generate da semplici cliché del genere, li superano di gran lunga in stile e in elaborazione.

“Una medaglietta di San Michele sopra un tatuaggio che diceva: “Distruttore”. Una contraddizione in Burr, il suo aspetto massiccio, atletico, da far paura, il suo sguardo triste e perso, il suo cuore puro.

Tierney. “la sua lingua era tagliente come quella di una qualsiasi nonna irlandese e lei la brandiva come un’arma.”

Burr era piombato nella sua vita ordinata e monotona, mettendola sottosopra.

Continueremo ad addentrarci nel clan degli Haven, le loro tradizioni, gli anelli di Cluddagh e parole irlandesi.

“Tierney lo stava riportando in un posto pieno di speranza dopo un lungo soggiorno tra i dannati.”

“Sei il mio sogno. Il mio sogno più dolce. Sorridi per me, aisling? – Go deo.”

ELEONORA

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