Recensione “Sole oscuro” di Francesca Petroni

 

«Questo è un mondo in cui l’innocenza muore in silenzio e il bene soccombe nel proprio sacrificio. Allora sarà il male a salvarlo. E sarà il male a riconsegnarvelo.»

Sono passati decenni dall’Apocalisse. Anni in cui il Continente ha ricostruito il suo equilibrio sulle macerie dell’Incanto. Ma nessun luogo è un’isola e un battito d’ali di farfalla può causare un uragano altrove.

Non ci sarà scampo dalla calamità che metterà fine alla vita stessa e tutti saranno chiamati a risponderne.

Un libro che scioglierà emozioni e sentimenti. Svelerà passioni segrete, riaprirà vecchie ferite e ne inciderà di nuove. Eledriel, Malark, Iorn, Kain, Crissa, vecchi e nuovi personaggi. Per la prima volta, tutti i punti di vista saranno mostrati capitolo dopo capitolo, in una tensione che salirà fino al suo inevitabile esito finale.

 

Quarto volume delle Cronache del Continente. Se pensavamo fosse finita con il terzo, ci sbagliavamo di grosso. Il bello è che neanche l’autrice sapeva che la storia sarebbe voluta continuare…

Ogni volta che inizio un libro della Petroni, non riesco a lasciarlo andare. Mi ritrovo travolta e afferrata con tanta forza da non riuscire a staccare gli occhi dalle pagine. Come mi era successo con altri suoi, anche questo volume è volato sotto ai miei occhi.

La costruzione di storia, ambientazioni e personaggi è così reale e fantastica assieme da destabilizzare. La sua capacità di far scorrere le pagine a una velocità assurda mi porta ad amarla sempre di più. Vero è, però, che non la si può non detestare almeno un po’. Perché? Leggete cosa scrive e lo capirete, leggete i cliffhanger e lo capirete. Vorrete smettere? Assolutamente no! E perché mai, poi? Per lasciarsi sfuggire una tra le storie più belle lette finora?

Amo tutto di questa serie, ma ciò che amo di più sono i personaggi: Iorn, l’Imperatore, è forte – bellissimo – ed estremamente intelligente. Riesce a tirare fuori il buono da ogni persona, a fare in modo che chi gli sta intorno riesca a vedere il bello e la purezza delle cose. Kain, il sanguenero, la rappresentazione delle seconde possibilità. Crissa, la figlia dell’imperatore, una giovanissima guerriera capace di grandi cose, con un’importante eredità da portare avanti. Eledriel, oh povera cara… se nei primi volumi non ero una sua fan, dopo averla conosciuta meglio ho avuto modo di apprezzarla sempre più e non ho fatto altro che volerla abbracciare e confortare per tutto il romanzo. Malark, l’innato più potente e più pericoloso in vita, una forza della natura, un mix di bene e male, in cui la luce e l’oscurità combattono una lotta interna tanto intensa da volergli bene. Morgana… beh, che dire, una bimbetta tosta che nasconde un gran segreto e che ci darà modo di soffrire in modi indicibili nel prossimo volume! Un odio così forte porterà a nient’altro che distruzione o qualcuno salverà la situazione? Altair è il mio prossimo amore, ma non supererà mai Iorn.

Ognuno di loro ha dato così tanto alla storia che non ho potuto fare altro che amarli tutti, tranne Morgana. Lei mi mette più paura di Malark all’inizio della saga.

La scrittura dell’autrice permette di percepire talmente tanto le emozioni dei personaggi da soffrire con loro e, mannaggia a te, Francesca, mi hai fatto piangere a dirotto! Mi si è stretto il cuore e, ad un certo punto, mi si è anche fermato, incredulo pure lui, perché no, non poteva essere vero quello che stavo leggendo, non poteva averlo fatto davvero! La sua capacità di volerci fare del male è indicibile: crea un amore così grande e potente da farci soffrire per vederlo realizzarsi, poi ci fa vedere la realtà di un rapporto che non è detto possa tutto, nonostante il fortissimo sentimento… e poi ci dà il contentino. Ed è proprio qui che ci uccide, facendoci soffrire ancora e ancora.

Questa sorta di masochismo, però, ci piace e ci fa stare con quella insanabile voglia di sapere cosa accadrà nel prossimo volume.

Ci ho dovuto pensare un po’, poi mi sono chiesta se la frase che viene ripetuta da Iorn e Kain valga anche per la storia in sé: “Non è finita, finché non è finita”.

Mi è molto piaciuto il riferimento a Fortuna e Nadir, i due personaggi che troviamo in “Fortuna dei mari”, altro libro spin-off delle Cronache.

Bello, bello, bellissimo! Da leggere assolutamente, ma vi consiglio – se non l’avete già fatto – di recuperare almeno la trilogia precedente.

 

 

firma Claudia

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