Recensione “Serie “Cuore di gatto”, episodio 4: “Come gatti in un cat café” di Sara P. Grey

 

 

Partito come un giorno qualunque, quello in cui Margherita si rimbocca le maniche per trasformare il locale appena acquistato nel caffè letterario dei suoi sogni si trasforma improvvisamente in un incubo surreale, complicato da misteriosi incidenti e strane apparizioni. E che dire degli sconosciuti senza scrupoli che abbandonano fuori dalla sua porta uno scatolone di gattini affamati? Nulla di lusinghiero, poco ma sicuro.

Per fortuna che Margherita può contare anche su nuove amicizie, capaci di aiutarla a prendere la decisione più coraggiosa e insieme migliore di tutta la sua vita: tenere con sé i gattini, e trasformare il caffè letterario… in un Cat-fè letterario!

Un salto nel buio? Una pazzia? Oppure l’unica scelta in grado di farla veramente felice? Chi vivrà miagolerà…

Siamo, ahimé, all’ultimo capitolo della saga più miciosa dell’anno.
Se i primi tre capitoli hanno avuto uno, massimo due protagonisti felini, nel terzo ne avremo un tripudio! Gatti, gattoni e gattini che trasformeranno la vita di Margherita, ex manager milanese trasferitasi nel condoMicio con l’intenzione di dare una svolta alla sua vita.

Difficile ma necessario per lei lasciarsi alle spalle tutto: il suo passato l’ha fatta soffrire e l’ha messa in pericolo; a Como troverà una nuova realtà, nuovi amici (per noi vecchi, visto che si parla di Licia e Saverio del secondo racconto della serie) e una nuova prospettiva per il futuro. Tutto gira intorno al nuovo progetto lavorativo di Margherita: aprire un caffè letterario, che poi si trasformerà in qualcosa di più… Fra cantieri, permessi, affascinanti ispettori comunali e shopping selvaggio, assisteremo alla nascita di questo locale innovativo per la città lariana.

A differenza degli altri episodi nei quali l’amore era il fulcro della storia, questo racconto finale vuole mettere il focus sulla rinascita personale, sul contare sulle proprie forze ma capire anche che suddividere il carico su più spalle può essere di conforto e anche piacevole. Uscire dalla nostra comfort zone perchè “Le nostre paure, quando gli diamo corda, ne approfittano per incatenarci a loro, zavorrarci, inglobarci. Sono bestie affamate, muri che ci costruiamo attorno, nell’illusione di proteggerci, e invece ci isolano”

Anche per tutti i gatti protagonisti questo messaggio viene recepito: soli è bello, ma in compagnia è perfetto.

Anche per Margherita si potrebbe profilare un amore all’orizzonte, ma viene lasciato così, appena accennato, carico di aspettative che sarà la nostra fantasia ad elaborare e gestire.

È d’obbligo alla fine di questa serie riconsiderarla nella sua interezza: ho amato il modo in cui ogni episodio mi abbia lasciato qualcosa, un dono spirituale. Ho amato il modo in cui, alternandosi le autrici, ho avuto modo di esplorare i loro aspetti più allegri e quelli più riflessivi.
E ho ovviamente amato il modo in cui abbiano evidenziato le differenti caratteristiche dei vari gatti protagonisti: solo chi ha avuto a che fare con più felini si può rendere conto che , esattamente come gli umani, anche loro hanno il loro carattere, le loro inclinazioni e preferenze. È sbagliato generalizzare, così come l’affermare che i gatti siano indipendenti ed anaffettivi.
I gatti amano senza riserve chi dedica a loro lo stesso sentimento, e i personaggi umani e felini di questa serie ce lo hanno dimostrato al 100%.
Le Chat approva e premia questo progetto, perchè  always “Gattini is the answer”

Anna

 

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