Recensione “Road to absolution. La strada del riscatto” di India R. Adams

 

 

 

“Quel giorno sarei dovuto morire. L’incidente che mi aveva avvolto tra le fiamme avrebbe dovuto uccidermi. Avrebbe dovuto privarmi della vita che condividevo con la mia splendida moglie incinta e con la mia sorellina; della mia carriera da pugile. E, se l’incidente non fosse bastato, avrebbe dovuto farmi fuori la pistola che mi venne puntata alla tempia. Ma non lo fece. Qualcuno si mise in mezzo. Qualcuno che avrebbe dovuto essere morto.” Maverick lotta per scendere a patti con le conseguenze di quella fatidica notte. Essendo un pugile professionista, sa bene che non bisogna mai rinunciare a una lotta. Ma questa volta… è contro se stesso che deve lottare. La strada del riscatto sarà il percorso più difficile che abbia mai affrontato. L’unica vera domanda è… Cosa resterà quando suonerà il campanello finale?

 

Dopo l’incidente Maverick ha bisogno di reinventarsi: costretto a lasciare il pugilato decide di intraprendere la vita su due ruote, per amore della moglie Delilah e della sua piccola prossima alla nascita.

Maverick intraprende un viaggio tra passato e presente e l’incidente apre vecchie ferite, vive l’inferno e si danna per  la sua incapacità di proteggere gli altri.

Leggeremo di un Maverick distrutto, di quel suo amore folle incapace di tirarlo fuori dal tunnel.

La storia è toccante, i protagonisti sublimi, è la ripetizione di eventi e capitoli che annoia un po’ nel corso della lettura, si riprenderà dopo la metà del libro e ci lascerà di stucco per le scelte dei protagonisti.

Il suo round su quel ring non è davvero finito.

“Quell’uomo risorgerà da qualsiasi cenere, per te. Come una fenice con un paio di guantoni.

Ritornare è la parola d’ordine… ritrovarsi è il suo obiettivo.

Anna

 

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