Recensione “Quel che resta oltre il buio” di Massimo Polimeni

 

 

 

Solo quando il dolore entra nella tua esistenza comprendi quanto smisurato sia lo sforzo per continuare a vivere. Si presenta sotto forme diverse e tutte strazianti. Quello fisico, accompagnato dalla sofferenza psicologica che mina ogni certezza morale; quello generato dalla lotta estrema in difesa della Fede e delle proprie intime convinzioni. O ancora, il supplizio prodotto dalla violenza, dalle ingiustizie, dalla privazione della dignità. Il colonnello Quattrocchi ha sgominato un traffico d’armi, ma è ancora alla ricerca degli ultimi criminali sfuggiti alla cattura. Il suo male sembra privarlo di ogni volontà di vivere. Insieme al poco amato fratello sacerdote e a un’affascinante immigrata siriana cercherà quell’unico raggio di luce capace di generare una nuova speranza. Al di là del buio resta sempre una luce inattesa. Basta saperne cogliere il bagliore.

Lo stile di Polimeni è ineccepibile, le sue parole, misurate e descrittive, ci portano all’apice della storia, alla sua origine.

Quattrocchi, Zi Pinu, Giuffrida e Halima, personaggi che con le loro storie si snodano su fatti di cronaca siciliani.

Una bella presentazione dei personaggi, l’anima narrante del giornalista siciliano ci porta dentro la storia, dentro la vera Sicilia, dove tutto sembra ciò che non è.

E’ il secondo romanzo che leggo di questo autore, avevo letto in primis “Un respiro di troppo”, ritrovandomi personaggi di cui non avevo mai letto, eppure la bravura dell’autore è stata quella di descriverli così bene che sei entrato nel vivo del romanzo. Adesso, con questo romanzo, ritorno all’origine, alla presentazione vera e propria dei protagonisti, un intreccio di storie personali su vicende caratterizzanti la “movida” siciliana.

Un traffico di armi, pizzo, omicidio, e l’accoppiata Giuffrida e Quattrocchi allo sbaraglio.

Un libro che “misura il peso della vita”, dandone il giusto valore, non spezzando le ali alla speranza, ma facendo trapelare la luce in fondo a quel famigerato tunnel.

Fatti di cronaca che si intrecciano perfettamente con fatti personali dei protagonisti, un rapporto con il fratello instabile, una separazione dolorosa, una traversata per la salvezza, una malattia inaspettata, rapporto zio-nipote infestato dalla mafia, tutto così ben incastrato che tu da lettore non sai dove inizia la cronaca e dove finisce il romanzo. E’ un’unica e complessa storia bella da leggere e assaporare, e se poi sullo sfondo c’è la mia bella Sicilia non mi resta altro che consigliare il libro.

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