Recensione “QUANDO NESSUNO GUARDA” di ALYSSA COLE

 

Sydney Green crede di conoscere il quartiere di Brooklyn come le sue tasche, perché è qui che è nata e cresciuta. Eppure da un po’ di tempo c’è qualcosa che Sydney non sa definire, qualcosa di profondamente sbagliato, perché ogni giorno qualcosa cambia, impercettibilmente ma inesorabilmente. L’anziana dirimpettaia all’improvviso non si vede più, intere famiglie se ne vanno senza salutare. E appaiono nuovi vicini, sempre bianchi, sempre più ricchi. E agenti immobiliari, ovunque. Sydney decide di cercare di distrarsi organizzando delle passeggiate turistiche nel vicinato e sorprendentemente trova un aiutante in Theo, uno dei nuovi abitanti del quartiere. Ma le persone continuano a sparire e le passeggiate diventano una discesa nell’inferno della paranoia e della paura. E se i vecchi abitanti in realtà non se ne fossero mai andati? Alyssa Cole ha scritto un horror in cui la gentrificazione di un quartiere di Brooklyn prende una piega molto sinistra

 

GENTRIFICAZIONE: Riqualificazione e rinnovamento di zone o quartieri cittadini, con conseguente aumento del prezzo degli affitti e degli immobili e migrazione degli abitanti originari verso altre zone urbane. (Fonte: Treccani)

 

Questa premessa è doverosa per comprendere il nocciolo della trama e di quello che sta accadendo a Gifford Place, quartiere originariamente black di Brooklyn, che si sta scontrando con l’”invasione” da parte di coppie e famiglie bianche.

Sono snob da manuale che cominciano a rivendicare la supremazia di questo quartiere emergente rivolgendosi agli abitanti storici come “loro” e lamentandosi di essere “troppo pochi” in confronto.

Sidney è tornata nella casa materna dopo che il suo matrimonio è andato in pezzi e ha ricostituito la sua anomala famiglia insieme alla madre e alla sua migliore amica/sorella di cuore Drea, ma il quadretto idilliaco non dura molto, quando la mamma si ammala e viene ricoverata in una struttura assistenziale.

Il romanzo inizia a fatti già accaduti mentre la ragazza sta cercando di sistemare i pasticci combinati dalla madre.

Sidney continua con la sua vita ma con occhio sempre più diffidente verso questi nuovi vicini che vogliono cancellare l’anima storica del quartiere, tanto che si mette in testa di organizzare un giro turistico in contrapposizione a quello ufficiale, che vada a raccontare i veri trascorsi.
Theo ha appena acquistato la casa di fronte a Sidney insieme a Kim, la sua compagna, ma le cose fra loro non vanno affatto bene. Vivono da separati in casa mentre lei si dà al bricolage creativo e alle infedeltà, mentre lui osserva la via e i vicini dalla finestra.

Il primo incontro fra Theo e Sidney non è dei migliori, a causa di Kim, ma durante una riunione di quartiere lui prova a recuperare la brutta figura fatta e si propone di aiutarla nell’organizzazione del tour e nelle ricerche. Theo è di umili origini e si sente più a suo agio nel contesto amichevole di quartiere con gli arzilli vecchietti, rispetto a quello spocchioso di cui si sta contornando Kim.
Gifford Place era una grande famiglia, con gente che si conosceva, stimava e aiutava, l’avvento di questi nuovi abitanti ha dato un colpo netto a tutto questo, instaurando un clima di avversione razziale.
Un fatto inquietante sta prendendo piede e comincia a destare sospetti: i vicini storici decidono improvvisamente di vendere e altri scompaiono senza nemmeno salutare, il quartiere pullula di agenti immobiliari insistenti e voci insinuano, dapprima in tono scherzoso, che le varie persone siano state portate via dagli “uomini talpa”.

Un altro fatto che mette agitazione è il prossimo insediamento di un centro studi sulle droghe che è stato particolarmente controverso. Le due cose sono collegate?

 

 

È difficile per Syd fidarsi nuovamente di un uomo, soprattutto bianco, ma questo ragazzo, con il suo candore, riesce a farle cambiare idea, anche se rimarrà sempre sul chi va là.

 

“Lui non sta esattamente flirtando, è fatto così. Nella sua schiettezza c’è qualcosa che ti fa desiderare di lasciarlo entrare”

 

Theo invece non si fa troppi problemi ad ammettere di provare simpatia e attrazione per quella ragazza dinamica e piena di problemi che vede piangere di nascosto dalla finestra

 

“Non è attrazione o desiderio, o non soltanto. È anche comprensione. Cameratismo”

I protagonisti raccontano la storia in doppio pov, sono ben caratterizzati, hanno una bella chimica fra di loro, e anche i personaggi minori diventano un corollario interessante e donano vita e profondità alla trama, soprattutto quelli più anziani che rappresentano la memoria storica che consentirà a Syd e Theo di capire la ciclicità degli eventi.

 

Una sottile vena ironica e un tocco romance alleggeriscono la tensione, rendendo la lettura del romanzo piacevole, alternando curiosità a incredulità.

 

Un thriller ben costruito che mi ha fatto riflettere sul fatto che troppe volte si pensa in modo denigratorio ai complottisti, mentre la cattiveria e l’avidità umana potrebbero realmente superare ogni più nefasta fantasia.

 

 

 

 Anna

firma Claudia

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