Recensione “Per sempre tua” di Jewel E. Ann

 

 

 

 

Swayze Samuels ha avuto un’intelligenza particolare sin da quando era piccola. A soli undici anni riusciva a sentire una connessione con eventi accaduti anni prima della sua nascita. Psicologi ed esperti di sviluppo infantile si sono occupati del suo caso, senza mai venirne a capo. Adesso Swayze ha ventun anni, è fresca di college e ha appena ottenuto per l’estate un lavoretto come babysitter di una bambina appena nata. Non appena fa la conoscenza del suo nuovo datore di lavoro, un professore di anatomia diventato da poco vedovo, qualcosa le sembra terribilmente familiare. Come è possibile che conosca tante cose di lui, nonostante la loro differenza di età?

Primo di due volumi, questo romanzo ci porta a credere l’illogico e l’irreale, ci porta a dubitare delle certezze e a volare con la fantasia.

L’autrice ha detto che non ci farà aspettare molto per il seguito, speriamo, perchè l’ansia e la voglia di sapere come andrà a finire è troppa.

Swayze riesce ad avere una sorta di connessione con eventi trascorsi, legami e visioni passate che la destabilizzano nel profondo.

Il nuovo lavoro dapprima porterà ondate di aria fresca, in seguito il suo dono metterà in crisi la sua storia d’amore da copertina.

Lei che aggiungerà colore al film in bianco e nero del professore, lei che riuscirà a conquistare il ragazzo del supermercato, e se cuore e mente dicono cose differenti, ecco che la protagonista entra in crisi per ogni fatto e bacio dato o desiderato.

Un libro che ha del trascendentale, un libro che ti pone davanti a delle scelte, a schierarti da una parte, un amore in crisi, passionale e perfetto, e dall’altra un amore non vissuto, passato, un ricordo sbiadito e una bimba che ne porta il nome.

In attesa del secondo volume, vi consiglio la lettura di questo primo capitolo, per tenerci pronti al round finale.

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