Recensione “Orgoglio e scintille (The Austens Series Vol. 5)” di Staci Hart

 

Odiare è una parola forte, lo so. Non che non esistano sinonimi azzeccati. Detestare, per esempio. O aborrire, anche. Ma c’è una sola voce sul dizionario che possa riassumere davvero quello che provo per Liam Darcy: odio. Neanche lui sembra avere una grande opinione di me. Dal primo momento in cui i nostri occhi si sono incrociati non ha fatto altro che ostacolarmi. È chiaro che non sopporti l’idea che io faccia parte del suo team. Boccia tutte le mie proposte, si prende gioco delle mie idee, anche quelle buone. E ogni volta che tento di essere diplomatica distrugge le mie offerte di pace con uno sguardo sprezzante. Probabilmente detesta l’idea di non potermi licenziare, visto che lavoro per il suo cliente. E purtroppo per lui io non ho nessuna intenzione di andarmene. Qualcuno una volta ha detto che il confine tra amore e odio è molto sottile. Non ho idea se sia vero o meno, ma di sicuro io e Liam facciamo scintille…

Jane Austen in chiave moderna, diciamo che qui si rischia parecchio. Orgoglio e pregiudizio è un classico, intramontabile, che ha aperto le porte al romance moderno.

Si rischia perché, se il romanzo si ispira solo alla storia va bene, ma se si copia e si trasporta il romanzo in chiave moderna, si diventa ridicoli e si perde credibilità.

Il romanzo in questione è liberamente ispirato a “Orgoglio e pregiudizio”, difatti i protagonisti sono Liam Darcy e Laney Bennett.

Laney lavora come social media manager per la caffetteria “Parole al vento” e Liam Darcy è il publicitario scelto dai titoli della Libreria per ampliare il loro raggio di azione.

Si ha quella nota sottile di orgoglio e quelle accuse di “pregiudizio” al primo impatto.

La protagonista, come Elisabeth, ha un carattere forte e caparbio, Liam è il riccone di turno, altezzoso e spocchioso, lo scapolo più ambito di New York, “Stronzo sgarbato e snob”.

“Tu mi fai diventare pazzo. Hai invaso me, hai invaso il mio alvoro, la mia mente, la mia vita e non riesco a essere razionale, o paziente, quando si tratta di te. Hai la minima idea di quanto poco autocontrollo abbia quando mi stai vicino?”

I ruoli, i caratteri e la parte dell’arpia di turno, in questo caso Catherine De Bourgh, verrano tenuti tutti, come nel romanzo originale, anche la chiassosa famiglia Bennett (la protagonista è l’unica figlia femmina dopo quattro maschi). C’è quel tocco di personalizzazione da parte dell’autrice e quella modernizzazione dei ruoli.

Ho adorato i rapporti di fratellanza tra Lainey e Jett e tra Liam e Georgiana.

Un team, due squadre, una campagna da giocare.

Diciamo che ha rischiato parecchio, ma l’autrice è caduta egregiamente in piedi.

“Eravamo fatti di sostanza che non si potevano mescolare, che non si potevano unire… Eravamo un’onda che lambisce la spiaggia, l’incontro di due forze nell’infinito bacio delle correnti. Il mare e la riva, la spiaggia accarezzata dal sole e l’oceano tempestoso. Due elementi che si univano per stare eternamente insieme, che si gonfiavano a ogni marea, che si baciavano sulla cresta di ogni onda. Un lampo accecante. Un sussulto di piacere.”

 

firma Claudia

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