Recensione “Non è troppo tardi” di Sam P. Miller

 

 

 

 

Il tempo è un gran guaritore, può curare ogni ferita. Ecco perché, dopo un po’, i ricordi sembrano sbiadire e fare meno male.
Cosa ne è stato di Alex e Olivia? Del batticuore, del loro amore così tormentato?
La vita è andata avanti, sono cresciuti e hanno stravolto le loro abitudini ma non i sentimenti, quelli veri sono rimasti.
Olivia ha ventisei anni, una laurea in psicologia, una carriera avviata e un fidanzato che la ama più di ogni altra cosa al mondo.
Alex, invece, è diventato socio di un’importante studio di architettura. Nella sua vita non c’è più spazio per l’amore, l’unica evasione che si concede è un’arida relazione di sesso, nella quale i sentimenti non sono oggetto di trattativa.
Due vite molto diverse che procedono spedite a undici Stati di distanza l’una dall’altra, ma poi entra in gioco lui… il destino, che come un abile mazziere rimescolerà le carte in modi così imprevedibili che nessuno dei due potrà sottrarsi a quella partita, perché, in fondo, non è mai troppo tardi per rimettersi in gioco.

Può il tempo e lo spazio far dimenticare il primo amore? Dieci anni, dieci lunghi anni sono sufficienti a cancellare i ricordi?

Mentre leggevo questo libro che conclude la duologia di Alex ed Olivia, venivo trasportata dalle note di “Incancellabile”, brano della Pausini: “A volte mi domando se vivrei lo stesso senza te… se ti saprei dimenticare… ma passo un attimo e tu sei, sei tutto quello che vorrei…Incancellabile oramai.”

Non so perchè proprio questo brano, ma mi ripetevo quelle strofe e continuavo a leggere, leggevo dell’”incancellabile” del primo amore, a come può resistere al tempo e allo spazio, a come i ricordi seppur sbiaditi da altre relazioni, erano ancora lì riposti nella mente e scolpiti nel cuore.

Olivia ed Alex, i protagonisti assoluti del primo, grande, vero amore: lei capricciosa e testarda, lui grande amatore, arrogante e ambizioso si ritroveranno a distanza di anni, con un incontro inaspettato.

“Lei era un focolare mai dimenticato, un sentimento talmente grande da non essere mai stato vissuto, una parentesi incancellabile tra il non riuscire a trovarsi e il perdersi definitivamente”.

“Lui era la scelta dell’imprevedibile”.

Avevamo lasciato due adolescenti e il loro primo amore, le loro scelte, la loro fine, avevo sofferto per loro, per aver chiuso quella porta, per non essere riusciti a far decollare quel sentimento.

“Noi ci attraiamo e ci respingiamo, Olivia, è sempre stato così. Siamo due calamite che per la maggior parte del tempo, si avvicinano per il verso sbagliato, ma c’è anche un lato giusto, c’è qualcosa tra di noi, che funziona perfettamente”.

Un incontro in aeroporto, complice la neve, la città d’infanzia, un matrimonio, un ponte, una camera e il destino rimescola le carte, per impostare una nuova partita.

Che faresti se fosse davvero troppo tardi?

“Era bastato rivedere quegli occhi per perdermici dentro. Si dice che il tempo curi tutte le cicatrici, che le guarisca. E allora perchè le mie avevano ripreso a sanguinare?”

“Le mie labbra si incollarono alle sue, fameliche, arrabbiate, disperate, e la volevo. Dio quanto la volevo”

Batticuore, emozioni che ti lasciavano senza respiro, dove la melodia la scandiva il battito del cuore.

“Io e lei eravamo come due pezzi fatti per combaciare, che per qualche motivo, però, si erano rotti a vicenda”, un libro che ti da tutto a 360°, che ti emoziona, che ti fa innamorare, arrabbiare, piangere, urlare, sorridere e amare.

“Io e te non siamo uno sbaglio, non lo siamo mai stati”, quella certezza che combatte, e cerca di rimanere a galla nelle paure, nella delusione, nel dolore di un cuore spezzato tanti anni prima.

Ho amato questi personaggi fin dal primo libro, ho amato Alex e ammirato Olivia, volevo anche a volte prendere le loro teste e giocarci a bowling per quanto mi abbiano fatto penare.

Ogni frase è scritta e riposta nel libro ad effetto, ogni dialogo curato, anche la passione tra di loro non è volgare, i baci famelici ti trascinano in un vortice che non vorresti finisse mai.

Quelle frasi che rimangono per giorni “Perchè quando l’ho lasciata, dieci anni fa, non ho spezzato solo il suo, ho fatto a pezzi anche il mio!”

E’ una di quelle storie che vorresti nella tua biblioteca e rileggere spesso, un libro che ti rimane impresso, un libro dove lasci il cuore, dove le emozioni volteggiano e ti lasciano vuota, hai letto e dato tutto in questa storia.

Volevo essere Charles e suggerirle che l’unico rimedio per un cuore infranto è quello stesso amore che lo ha frantumato in mille pezzi, volevo essere il coach per dire “Se la vuoi, torna lì e riprenditela, volevo essere Tim per dirgli non è mai troppo tardi, oppure Cynthia per urlare “si può sapere che ci fai ancora lì? sbrigati, vai da lei!.

Un epilogo sofferto, non scontato, dove ti ritrovi sullo sfondo un ponte, e nel viso le lacrime.

SENSUALITA’:

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