Recensione “Nelle mani di nessuno” di Salvatore Scalisi

 

 

 

NELLE MANI DI NESSUNO “Sin quando avremo un panettello noi lo divideremo con il povero” Beato Card. Giuseppe Benedetto Dusmet Un viaggio oggettivo – realistico dentro il complicato e difficile mondo dei clochard, quello che il nostro scrittore ci propone in quest’ultimo ventiquattresimo romanzo. I mali, le ingiustizie, le tristi e dolorose condizioni vissute dai protagonisti non sono però il frutto di una poliedrica fantasia, ma bensì pura e oserei dire cruda realtà. Emergono in questo scritto due aspetti che qui voglio sottolineare ai lettori: il coraggio dell’autore nel denunciare istituzioni e disservizi di coloro (in tanti) che, solo nella carta si pongono a servizio degli ultimi, dei poveri, degli emarginati; e la tenacia del protagonista, nel credere nel proprio potenziale come unica via d’uscita da questo mondo che, come lui stesso in più parti del romanzo ribadirà, non gli appartiene.

Ritrovarsi senza lavoro, senza più fissa dimora, senza una famiglia che ti sostenga; il protagonista si ritroverà a mendicare un pasto caldo, un posto in cui dormire e un servizio per quei senza tetto senza più nessuno a cui chiedere aiuto.

Una denuncia sociale, uno spaccato della realtà nudo e crudo, senza preamboli, con un’esperienza reale da raccontare.

Altro libro incentrato sui clochard, e se da un lato li vediamo e li consideriamo distanti anni-luce da noi, con questo libro li vedremo più vicini che mai.

Una prosa semplice e diretta, senza giri di parole, ma con la pura e cruda verità “sparata” tra le righe.

Diretta e asciutta, la vita di un essere umano “normale” trascinata e trasformata nel caso sociale che si dilegua nelle strade delle più famose città.

Troveremo associazioni che daranno il loro scarno aiuto, mentre altre che invece saranno in grado di offrire quella mano capace di sollevare e risolvere i problemi; vedremo la mancanza di fiducia nell’essere umano, la facilità nell’etichettare le persone.

La prosa di questo scrittore mi affascina, ha un modo “giornalistico” di raccontare gli avvenimenti che non stanca mai, anzi, è in grado di entusiasmare e dare quella dinamica ben cadenzata alla prosa in essere.

Un viaggio oggettivo e soggettivo dentro la vita di un semplice clochard, a Catania (la mia bella Sicilia) vista con occhi differenti dell’essere turista.

firma Anna

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