Recensione “Marcare il tempo” di April White

 

 

 

La tagger diciassettenne Saira Elian può gestire qualsiasi cosa… una madre che scompare misteriosamente, uno sconosciuto che la segue in giro per Londra, e perfino la nobile nonna inglese che ha buttato fuori dalla famiglia lei e sua madre. Ma quando un vecchio tag graffito in una stazione della metropolitana la trasporta nel diciannovesimo secolo, e lei si trova faccia a faccia con Jack lo Squartatore, si rende conto di aver bisogno d’aiuto, dopotutto.

Incontra Archer, un affascinante studente, che la aiuta a mimetizzarsi per quanto possibile a un’adolescente statunitense moderna e molto alta finita nell’Inghilterra vittoriana. Lui le rivela l’esistenza degli Immortali: Tempo, Natura, Fato, Guerra e Morte. Poi le spiega che è possibile spostarsi tra i secoli… se si è discendenti di Tempo.

Saira scopre amicizie inaspettate in un collegio per discendenti degli Immortali, e un amore complicato con un giovane uomo del passato. Ma per sua madre il tempo stringe, e per salvarla lei deve abbracciare la sua nuova identità mentre nel frattempo nasconde ad Archer un segreto devastante riguardo al suo futuro, che gli potrebbe costare la vita.

Confessione del giorno: dalla trama e dalle prime pagine, non davo molta fiducia a questo romanzo. Mi sono ricreduta in pieno.

È uno dei libri urban fantasy più belli che ho letto in tanti anni: è accattivante, avvincente, cattura il lettore senza dare alcun modo di distogliere lo sguardo dalle pagine, è un misto di generi che non cozzano tra loro ma, anzi, da’ maggio spessore e ricercatezza al romanzo.

I personaggi sono vivi, reali e si riescono a vedere mentre parlano ed agiscono davanti ai nostri occhi, senza alcuna difficoltà.

La storia è scritta benissimo, e la ricerca che c’è dietro ci premia perché abbiamo una base storica a cui affidarci. Sono sempre stata affascinata da Jack lo Squartatore e mi è piaciuta l’idea di dargli un volto e una funzione all’interno del romanzo. Ho apprezzato i riferimenti a fatti realmente accaduti e a personaggi più letterari. All’inizio, da brava miscredente quale sono, mi scocciavano i tanti riferimenti ad altri romanzi, poi ho capito che questi hanno reso il “Marcare il tempo” ancora più bello. E l’unica cosa che mi scocciava ancora, mentre giungevo alla fine del libro, era non avere a portata di mano gli altri 4 della saga.

Non so davvero come esprimere a parole quanto mi sia piaciuto questo libro. So già che finché non leggerò tutta la saga, mi mancherà qualcosa. Li leggerò, il prima possibile. Devo sapere come continua!

Leggetelo, non azzardatevi a non farlo!

firma Claudia

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