Recensione “Mai dimenticare. Nevernight (Libro primo degli accadimenti di Illuminotte)” di Jay Kristoff

 

Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un’arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici – e gli amici – più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all’omicidio. La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura.

 

“Sono la figlia di un tribuno. Primogenita di una delle dodici casate nobili.

Io sono Mia Corvere”

 

Una presentazione di tutto rispetto per la protagonista, anzi, l’eroina di questo romanzo.

 

Era solo una bambina quando ha visto il padre penzolare dalla forca con l’accusa di tradimento e la madre col fratellino rinchiusi nella temibile prigione della Pietra filosofale. La sua vita era destinata a finire sui fondali marini ma è riuscita a sopravvivere, a non dimenticare.

La sua giovane esistenza è stata stravolta nel giro di poche ore: da essere  figlia di una famiglia rispettata e benestante, a dover lottare per la sopravvivenza nascondendosi nei bassifondi di Godsgrave.

Quando Mia ha perso tutto, solo le ombre le sono rimaste accanto, e all’oscurità  voterà la sua vita.

“La Mannaia, Niah. La Dea della notte. La nostra Signora dell’omicidio benedetto”.

 

Messer Cortese è una specie di familio, si paleserà a lei con le sembianze di un “non gatto” che si fonde alla sua ombra, nutrendosi delle paure e degli incubi che le infestano la mente; una voce saggia e impertinente che non la lascerà, quasi, mai.

 

Ci si immerge nelle turbolente vicissitudini di questa ragazza, la formazione con lo shaiid Mercurio, i viaggi, le fughe, la sopravvivenza, la scuola per assassini con i suoi percorsi di studio originali e letali; le rivalità fra gli accoliti, ma anche le amicizie e le passioni che nasceranno.

Prove da superare, inganni, veleni, seduzione, morte.

 

La affiancherà un ragazzo Dweymeri, Tric, dagli affascinanti occhi nocciola e il viso sfigurato dai tatuaggi; sarà un amico, un compagno, un confidente, l’unico oltre a Messer Cortese a starle accanto.

 

Il Word Building è spettacolare, ogni dettaglio viene illustrato se non nel racconto, nelle preziosissime note a margine; da esse ci si rende conto che la mente dell’autore è stata in grado di partorire non solo un mondo di fantasia, ma un intero universo perfettamente completo in ogni dettaglio.

Una società che si rifà all’organizzazione dell’Imperium romanum, anche se alcune ambientazioni ricordano più una Venezia del XVI secolo, e il tutto viene immerso in una dimensione dove le tenebre sono scongiurate dalla presenza di tre soli: non esiste più il verobuio ma ci deve accontentare dell’illuminotte. I poteri della Luce sempre in lotta per stanare quelli delle Tenebre.

Un fantasy ben strutturato, un’ eroina sanguinaria, un mondo crudele e spietato, dove l’elemento magico è ben presente

 

“Chiamatela come volete, gentili amici. Taumaturgia. Arkemia. Venefici. Magika”

 

Tanta, tantissima azione e momenti decisamente splatter (se avete lo stomaco debole, siate pronti).

 

Primo volume di una trilogia. Una tagliente voce narrante ci accompagna nelle avventure di Mia, Tric e dei tantissimi personaggi secondari che popoleranno le molte situazioni che si verranno a creare.

La narrazione si snoda su doppio piano temporale, che ci consente di svelare il passato di Mia velo dopo velo, un trauma alla volta. Non ci si stupisce quindi che sia diventata

 

“la ragazza che stava all’omicidio come i maestri alla musica”

 

Mia è indomita, non dimentica, non scappa.

 

“mai tirarsi indietro, mai avere paura e mai mai dimenticare”

È uno di quei romanzi che non vorresti mai lasciare, approfitti di ogni pausa per rituffartici dentro, di cui senti la mancanza nello stomaco.
A differenza di altri buoni fantasy questo ha una marcia in più e la scrittura  raffinata, il lessico ricercato e il ritmo dinamico rendono la lettura totalizzante.

 

 

Anna

Giovanni

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