Recensione “L’orfana del ghetto” di Amira Keidar

 

Nel 1941, nel pieno della seconda guerra mondiale, una bambina viene alla luce in un ghetto in Polonia.

I genitori, Jacob e Zippa, sono disposti a tutto pur di tenere al sicuro la piccola Rachel, o “Lalechka”, come la chiamano affettuosamente. Un anno dopo, i nazisti cominciano a deportare la popolazione del ghetto. Jacob e Zippa, per salvare la figlia, decidono quindi di separarsene: una notte attraversano senza esser visti i confini del ghetto e affidano la piccola a Irena e Sophia, due amiche polacche di Zippa, prima di rientrare per restare vicini ai propri genitori. Da quel momento Irena e Sophia dovranno proteggere Lalechka dagli orrori della guerra, fingendo che sia parte della loro famiglia e rischiando la loro stessa vita. Una toccante storia di coraggio e amore, basata sui veri diari della madre della piccola, su interviste e su documenti d’epoca.

 

Ogni tanto ho bisogno di libri come questi per atterrare sulla realtà, libri vissuti e reali come questi per farmi capire che a volte l’uomo può essere veramente cattivo e cercare di capire da dove viene tutta questa cattiveria.

Libri sull’Olocausto e su quella parte di storia che adoro, libri su storie vere, realmente accadute, tramandate da padri in figli.

Questa è la storia di una bimba nata in un ghetto in Polonia, “abbandonata” dai genitori per la speranza di una vita migliore, fuori dagli orrori della guerra.

Lascarla andare e separarsene sarà la sua unica salvezza, Lalechka dovrà lasciare il ghetto e vivere anche per loro.

Toccante.

Supremo.

Superlativo.

Tre amiche che si troveranno a condividere il dolore della guerra, una guerra che li separerà. Zippa, Sophia e Irena, insieme e separate per la salvezza di Lalechka.

“Zippa era rimasta da una parte del filo spinato, e io dall’altra.”

Le atrocità della deportazione, la solitudine in quell’affollamento di gente, la paura di non affrontare il domani, il terrore costante di non riuscire a sopravvivere.

Una storia di coraggio, di vita, di speranza e… di tanto amore.

ELEONORA

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