Recensione “Lo scrigno delle anime” di Tanja Mengoli

 

Tracia Filippolis 127 a.C. Nahib di Iraklion era un soldato, forte e impavido. Un comandante amato e rispettato dai suoi uomini. Si è trovato costretto a tradire il proprio re ed è stato condannato a morte, ma lui non voleva morire. Ha fatto un patto per tornare alla vita, trasformandosi in una creatura dannata. È diventato un’ombra solitaria, ha attraversato le ere ed è sopravvissuto fino ai nostri giorni, cerca qualcosa, ha una missione importante da compiere. Roma 2013 Lena Smith era una bambina allegra e felice, amata dalla sua famiglia. Un evento crudele e inaspettato gliel’ha portata via nel peggiore dei modi. Rimasta orfana, sola e terrorizzata, è stata salvata da un vampiro, un angelo per lei, un mostro per tutti gli altri. L’amore del suo improbabile genitore l’ha aiutata a superare il trauma e a gestire il potere sovrannaturale che il destino le ha dato. Lena è cresciuta diventando una donna forte, determinata e fredda come il ghiaccio. Oggi La missione di Nahib potrebbe diventare un lavoro ben pagato per Lena, ma non è tutto così semplice.

“UN’ANIMA SPEZZATA É UN’ANIMA DEBOLE, UN’ANIMA DEBOLE É UN’ANIMA VULNERABILE”

 

 

Un entusiasmante romanzo di avventura che metterà dalla stessa parte due rivali in ambito professionale: un revenant e la figlia adottiva di un vampiro, una caccia al tesoro con grandi colpi di scena.

 

Il dono di Lena di poter “percepire l’anima” degli oggetti l’ha resa una personalità di spicco fra i cercatori di tesori, la sua classe e avvenenza hanno semplicemente completato il personaggio algido che si è costruita intorno sin da quando, bambina, era rimasta orfana dei genitori, uccisi brutalmente da un revenant.

 

“Lena era una sopravvissuta, ma non voleva mostrarlo a tutti”

 

Quando Lena incontra Nahib per la prima volta, viene folgorata, esattamente come ogni altra donna sulla faccia della terra

 

“L’uomo era alto e slanciato, sfoggiava un fisico asciutto e muscoloso, ma soprattutto era bello da far venire i brividi”

 

“La giovane aveva un sesto senso nel riconoscere le creature sovrannaturali, una più delle altre, i revenant”

 

“Erano creature aberranti che si nutrivano di sangue o dell’energia vitale dei vivi e, normalmente, prendevano le due cose senza troppi complimenti o rimorsi”

 

Nahib, come Lena, è un cercatore di tesori, la dea Atena lo aveva incaricato di recuperare altri artefatti magici, o di origine divina, che non potevano assolutamente rimanere fra gli uomini, e si era già trovato sulle tracce di qualche manufatto che anche lei cercava. Ma questa volta aveva dovuto cedere e chiedere l’aiuto della piccola umana, termine che lei letteralmente detesta:

 

“Battibeccare con la piccola umana gli piaceva da morire. Lo faceva sentire come non si sentiva da moltissimo tempo, vivo.”

 

 La collaborazione fra i due porta Lena ad abbassare il suo livello di imperturbabilità e a rinunciare alle apparenze.

 

“Fra di loro stava prendendo forma un rapporto confidenziale e di complicità che mai, nessuno dei due, avrebbe potuto immaginare possibile”

 


I  personaggi sono strutturati, forti, ma quando si incontrano, la loro armatura vacilla. Lena si nasconde dietro ai suoi accessori eleganti, Nahib dietro alla missione che deve compiere. È un revenant, non può ambire ad altro.

 

“Il suo destino era segnato, il suo tempo sulla terra aveva una scadenza”

 

Ma in duemila anni Nahib è riuscito a diventare un mostro perbene, quindi, ogni volta, tentenna prima di coinvolgere Lena in ogni fase di quella impresa tanto pericolosa: recuperare uno scrigno che diventerebbe letale nelle mani sbagliate.

Dal suo canto Lena non è proprio il tipo da farsi mettere da parte, lei è abituata a mostri & co. Il suo patrigno, Marcus, è un vampiro potente e l’ha cresciuta instillandole consapevolezza e competenza.

 

“Una creatura malvagia mossa solo dai bassi istinti di un predatore, ma per lei rappresentava il suo salvatore.”

 

E anche Marcus è un gran bel personaggio, reggente del Prodigium, il più antico rifugio per soprannaturali di Europa, ha salvato Lena durante l’aggressione che l’ha resa orfana, l’ha cresciuta e si è rivelato un vampiro amorevole verso la sua figlioccia, dotato di tutti quei comportamenti che un genitore apprensivo avrebbe, ma anche di quell’istinto di protezione bestiale che lo mette in allerta.

 

Le città raccontate nei romanzi di Tanja e viste dai suoi occhi si vestono di eleganza e mistero,  non potrete più guardare Torino con gli stessi occhi, cercherete tracce esoteriche e paranormali nei vicoli, dietro le insegne più antiche, oltre i portoni dei club più esclusivi.


Le parole scorrono morbide, la trama è fluida, calda come un buon rum che conforta; le storie di Tanja ti rapiscono e trascinano nella vicenda con colpi di scena , avventura ma anche romanticismo, i suoi personaggi impersonano il trope slow burn perfetto.

 

“Non si può scegliere se amare e soprattutto non si può scegliere chi amare. Quando questo sentimento ti raggiunge, devi lasciarti trasportare, perchè se tenti di opporti ti distrugge”

 

“Non voglio sapere se e quanto staremo insieme, basta che stiamo insieme per il tempo che ci viene concesso”

 

Il world building è stato strutturato splendidamente e la corposità del romanzo nutre la nostra brama di lettura, ci soddisfa, sviscera la trama, la analizza, la porta a termine. Tante volte, nel corso della lettura, mi è capitato di guardare lo stato di avanzamento per poi compiacermi di avere ancora molte pagine davanti.

 

Le scene di passione sono raccontate con garbo ed eleganza, tanto da ritenerlo adatto ad ogni genere di pubblico.

Ovviamente, lo promuovo a pieni voti.

 

Anna

firma Claudia

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