Recensione “L’errore che rifarei” di Penelope Douglas

 

 

 

Sono stata io a mandare Damon in prigione. Sono passati tre anni da allora. Pensavo che nel frattempo sarei riuscita a scomparire nel nulla o che lui avrebbe potuto cambiare e dimenticare il suo odio per me. Ma mi sbagliavo. Il suo rancore è persino aumentato e ha pianificato ogni cosa per distruggermi. La sua vendetta va oltre ogni mia immaginazione. Desidera farla pagare a tutti coloro che l’hanno tradito. La paura sembra essere la sola emozione che ci lega. Ma, nonostante tutto, Damon è diventato parte di me. E non posso fare nulla per sottrarmi al nostro destino.

Attendevo con ansia questo volume, scoprire l’animo dannato di Damon e vedere chi avrebbe intaccato il suo cuore.

Sfuggente, enigmatico, demoniaco, introverso, diabolico, violento, esibizionista, psicopatico, “un angelo con delle ali da pipistrello”, questo è stato, è, e forse sempre sarà Damon.

Sposare una sorella perchè è in troppo facile ma essere ossessionato dall’altra, Winter.

“Non avevo mai odiato nessuno tanto quanto odiavo lui, ma amavo quello che provavo con lui più di quando amassi qualsiasi cosa provassi per lui.”

Scoprire i colori e darne forma, consistenza, odore, sapore ed emozioni, Nero come paura, eccitazione, cadere, liberazione, rischio pericolo e accedere al rosso, assaporarlo, perchè non parlerà di amore, passione ma di “rabbia, furia, calore e un bisogno così forte da essere un fottuto animale, una cosa primordiale”.

Non avere occhi per vedere, ma solo un cuore da ascoltare e la paura di cadere nuovamente di trovare quel buio ad attenderla non la farà crollare facilmente tra le braccia di Damon.

Lui che sempre si è presa in giro di lei, che da sempre da giocato con lei, servissi della sua incapacità di vedere, ma sentirlo ovunque, anche nel silenzio più assoluto, mentre tutto intorno è tranquillo.

Lei si sente viva solo con lui, per lui la sua vera ed unica via di fuga.

Damon che trova nella paura e nel sesso la sua unica ragione per sentirsi vivo, eppure con lei era tutto diverso, il senso di protezione, la non condivisione. “Tu sei mia. Mia…Non lasciarmi andare qualsiasi cosa tu senta o ti dicano, non lasciarmi andare.”

I salti temporali che l’autrice si è divertita a scrivere e a farci altelenare tra i vari anni, agevolano e svantaggiano il romanzo. Troppe altalene tra gli anni, un susseguirsi di avvenimenti, tropppo ricco e troppo complesso per poter affrontare di petto la situazione e star dietro ai salti nel tempo. Questa è l’unica pecca del romanzo, ma per ilr esto è adrenalina pura, estasi, confusione, emozioni forti, paura e sconforto, passione e sesso, dolcezza e silenzio, Notte del Diavolo e labirinti, tutto si contrappone, tutto è un caos che turba, allieta, sfida il lettore.

“Tu eri tutto quello di cui avevo bisogno. Io ero tutto quello di cui tu avresti dovuto avere bisogno e fanculo il resto.” Eri, ero… passato. di un Noi che forse non vedrà mai la via d’uscita da quel labirinto.

“Non mi hai ancora detto che mi ami. – Un giorno, forse.”

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