Recensione “L’eremita” di Ignazio Frenda

 

 

Su un’altura alla periferia di una grande città vive un misterioso eremita. Egli abita abusivamente un’antica costruzione posta sulla vetta di un promontorio a strapiombo sul mare: da lassù attende il compimento letterale dell’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse di Giovanni. Negli ultimi vent’anni l’uomo ha trasformato il suo eremo in un tempio religioso, adornando le pareti con mosaici, stucchi e pitture dal forte richiamo simbolico, esoterico ed apocalittico.

Tre ragazzi, molto giovani e molto diversi tra loro, mossi da impavida curiosità decidono di incamminarsi verso la vetta di Monte Sferrello: Lorenzo è la parte scettica e razionale del trio, nonché ateo e dichiaratamente antiteista. Con piglio provocatorio si diverte spesso a punzecchiare Alberto, amico fin dall’infanzia, che, viceversa, è fieramente cattolico. Chiara, ragazza solare, spigliata e avventuriera, è l’elemento allegro del gruppo e la sua presenza, da anni, tiene unito il rapporto oramai logoro tra i due.

Quando i tre consumano l’incontro con il misterioso eremita, degli eventi terrorizzanti iniziano a scandire la loro avventura: il bosco e la borgata ai piedi della montagna offrono loro un’esperienza orrorifica e un viaggio inquietante e visionario, anche se, alla fine, sarà la realtà a superare ogni immaginazione.

Il lettore viene introdotto in una classica avventura per ragazzi, con delle venature horror, che via via prende forma in un disturbante oniroviaggio ai confini della realtà, sfogando la curiosità e la tensione accumulate in uno spartiacque fantascientifico-esistenziale.

Esiste un determinismo cosmico oppure è tutto governato dal caso? Dio esiste o è solo un’invenzione per sopperire alle paure umane? La fede è solo un’illusione per chi crede o racchiude diverse sensibilità e diversi approcci al senso del mistero? Non poche domande di rilievo filosofico verranno affrontante in questo racconto, il cui fulcro centrale rimane il grande tema sulla dicotomia Ragione e Fede.

Romanzo non facile e recensione davvero difficile.

La prima parte è scorrevole e affronta la tematica del viaggio e la presentazione dei tre protagonisti: Lorenzo quello più scettico e ateo del gruppo, Alberto convinto cattolico ma con basi insufficienti per reggere e confutare le idee dell’amico e Chiara, quella solare e buona che fa da collante al gruppo.

Il viaggio incomincia quindi alla scoperta di questo Eremo e del suo ascetico e unico abitante, un eremita che vive isolato dal mondo da un ventennio in attesa dell’Apocalisse. Man mano che si procede aumenta la curiosità e viene messo in campo il tema principale del libro che è la dicotomia Ragione e Fede. Assistiamo ai dibattiti fra i due amici dove però Lorenzo ha gli strumenti per affermare ciò in cui crede, ben radicati nella scienza e nel processo scientifico, mentre Alberto non sa che replicare ponendo come unico argomento la Fede. Avrei preferito un dibattito ad armi pari in questo frangente ma capisco anche che forse un Alberto così era più funzionale alla storia.

La seconda parte, che vira invece verso una dimensione fantasy o paranormal, l’ho trovato di più difficile comprensione, nel senso che la storia in sé si capisce bene è il substrato filosofico culturale che non sempre ho afferrato, o meglio, non ho ben capito dove l’autore volesse andare a parare. Chissà forse mi aspettavo delle risposte, che non possono arrivare, ma le domande erano tutte lecite. L’uomo vuole sapere e conoscere, pian piano nel corso dell’Umanità compie dei passi in questa direzione, ma non ci è dato di sapere tutto anche se lo bramiamo. Ecco allora che ci attacchiamo alla Religione per avere delle risposte prima del tempo, perché la Scienza, la Ragione inutile ammetterlo sono indietro, corrono sì, ma restano pur sempre indietro e allora Dio, se esiste, è l’unico in grado di darci delle risposte.

E allora questa lotta fra Dio e la Ragione sarà eterna, ma almeno ci terrà vivi permettendoci di porci costantemente delle domande, cui tenteremo goffamente di rispondere.

Molto bella l’idea, interessante lo svolgimento, di pregio le idee filosofiche messe in campo, da migliorare la scrittura per renderlo perfetto.

Consigliato a chi ha voglia di pensare!

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