Recensione “Leon. The Redsblack series” di Manuela Ricci

Leon Garcia è il Running Back dei RedsBlack, una montagna di muscoli ben definiti, sexy da morire, dallo sguardo magnetico e dal carattere schivo.

Praticamente irraggiungibile per qualsiasi ragazza.

Ma lui non è solo questo, è anche un turbinio di luce e oscurità in perenne contrasto tra loro, a causa di ciò che nasconde.

 

Khloe Mitchell è sempre stata una ragazza invisibile agli occhi dei suoi compagni; fare da tappezzeria alle feste era il suo hobby preferito, ma quando lo sguardo di Leon si posa su di lei,tutto cambia.

Il suo mondo tranquillo viene stravolto dall’esuberanza del Running Back dei Reds e per la prima volta, dopo l’abbandono della madre, inizia a sentirsi importante per qualcuno, inizia a credere in qualcosa, a credere in lui, solo, che Khloe non ha la minima idea che Leon, in realtà non è ciò che sembra.

Segreti e bugie irrompono nella sua esistenza dando vita a una corsa contro il tempo per mettere in salvo il suo cuore ormai spezzato.

 

Ma se alla fine, fosse proprio lui a rimettere insieme i pezzi della sua vita? Perché si sa, l’amore ha mille forme e colori, bisogna solo trovare quelli che combacino alla perfezione.

 

Terzo volume della The RedsBlack Series, e posso solo dire che avanziamo di adrenalina, sentimenti e grado.

Terzo volume che ho letteralmente divorato, riportando a galla e rafforzando il mio amore per questa autrice, che macina libri come se fossero niente.

Ha la sua storia in testa e nessuno riuscirà a fermarla.

Una squadra che sta regalando forti emozioni e ogni suo giocatore è amabile in modo diverso.

Bianco e nero a confronto, e non c’è razza e non c’è colore, ma solo amore.

“Siamo buio e luce, dove il confine dell’alba è stato spezzato. Siamo l’incastro perfetto di un mondo disconnesso. Siamo noi, un errore nato dal caso che perseveriamo contro ogni logica.”

Amore e tormento.

Khloe e Leon.

“Lui mi guarda, io mi perdo una volta di troppo.”

Un incontro, il loro, che fa presagire una forte connessione e una passione che divamperà da lì a poco.

“Perché le ragazze come te, non frequentano quelli come me, Pasticcino.”

Lui, il Latin King, con tutti i demoni che mordono e banchettano nel suo inferno personale.

“Sono un angelo a cui hanno bruciato le ali. Sono un ragazzo a cui hanno rubato la vita. Sono colui che non conosce sogni, ma solo incubi… È questo che sono sempre stato, una macchia nera che imbratta ogni cosa. Un animale in gabbia pronto ad assecondare la sua fame.”

Lei è il suo Pasticcino, con il passato che incombe su di lei e la sindrome di abbandono che la lacera ancora, una nerd tutto pepe.

E poi il gioco… “Io ordino, tu esegui.”

Io non so come questa autrice, in parole semplici e con qualche frase ad effetto, riesca a tiare su un romanzo che leggerlo è solo poesia per le orecchie e sangue puro e limpido per le mie vene.

“Perché tu mi fai perdere la voglia di ragionare. Perché sei così fottutamente bella, perfetta, da non rendertene conto.”

Spazia tra Contemporary e young-adult, incastra misteri, passati complicati, personaggi complessi e alla fine “riduce” tutto alla semplice parola “Amore”.

“Non esiste il per sempre, Pasticcino, non per me.”

“Non mi arrenderò.”

E poi c’è la verità… e quell’enorme bugia che è la sua vita.

“Me ne vado, ma tornerò. – Per riprenderti gioco di me? – No, per riprendermi solo te, Pasticcino.”

firma Claudia

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