Recensione “Le regole delle buone maniere” di Samuele Briatore

 

 

 

Impara il galateo e affascina tutti con la tua eleganza

Perché è meglio non dire cincin o buon appetito? Come si scrive una mail? Quando si può dare del tu? Perché non si augura salute dopo uno starnuto?

Le buone maniere, pur essendo molto legate alla tradizione non sono regole incise nella pietra, ma indicazioni soggette a continue modifiche. Anche se a volte possono sembrare arbitrarie o pure convenzioni, sono colme di significato e la loro conoscenza può offrire una rassicurazione. Le buone maniere, infatti, dovrebbero essere interpretate come un linguaggio capace di comunicare in modo efficace il nostro pensiero.

Questo libro è frutto di una ricerca delle curiosità e dei dubbi più diffusi ai quali si offrono soluzioni, consigli e chiarimenti.

Dal modo più opportuno di confrontarsi con i colleghi, alle imprescindibili regole dello stare a tavola. Ma anche consigli su come indossare gli accessori e le indispensabili dritte su ricorrenze e occasioni.

Galateo, bon ton, etichetta, buon gusto, educazione, buone maniere
Sapersi orientare tra le tante regole dell’etichetta è indispensabile per liberarsi da ogni impaccio e vivere serenamente

Come dice lo stesso autore, l’intento del libro “è quello di fornire risposte alle domande che vengono più frequentemente rivolte ai motori di ricerca”. Troveremo quesiti che ci siamo posti tutti, almeno una volta nella vita, ma anche domande più particolari, meno scontate.

L’interessante scelta stilistica di non scrivere un classico manuale, che sarebbe stato più noioso, aiuta a leggere il libro più velocemente. Ho apprezzato i riferimenti storici, attraverso i quali Briatore ci spiega da dove vengono certe usanze e come sono cambiate nel tempo. Non possiamo più dare per scontato che sia l’uomo a pagare sempre la cena, perché la situazione economica è cambiata; possiamo abbronzarci, sempre con moderazione, senza sembrare il suddito povero.

Parole chiavi del galateo sono moderazione, accoglienza e rispetto nei confronti delle persone con cui ci relazioniamo, sobrietà e buon gusto.

Confesso che questo libro mi ha incuriosita e attratta perché ignoravo molti aspetti dell’argomento. Ho apprezzato che non fosse il solito manuale, la gran varietà delle tematiche e la spiegazione chiara, anche se, a volte, un po’ troppo lunga. Ma si sa, sempre di manuale si parla. Mi è piaciuto anche il fatto di aver letto e percepito il punto di vista dell’autore, professionista del settore, ma con idee e preferenze proprie.

Quello che non ho gradito è stata la sensazione provata ai vari riferimenti a colleghi del passato e del presente, come se fosse un dovere menzionare il rapporto di amicizia o vicinanza con alcuni di loro. Lo capisco, ma mi ha lasciato una sensazione negativa.

Lo consiglio a chiunque, farebbe bene a tutti leggerlo e rileggerlo ogni tanto.

firma Claudia

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