Recensione “Le nostre prime sette volte” di Bianca Marconero

 

 

 

«Io dovrei proprio licenziarti, Alice».«Lo hai già fatto sei volte, Alex».«Speriamo che la settima sia quella buona».Quante volte devi licenziare la tua segretaria prima di capire che non puoi vivere senza di lei?Alice Baker è una giovane copywriter, idealista e determinata, con una singolare propensione per i vestiti bizzarri. Alex è l’erede della Francalanza Visconti, la casa editrice leader nei periodici, e ha un gusto impeccabile per i vestiti.Fin dal loro primo incontro, Alex e Alice decidono di non piacersi affatto. Non hanno niente in comune, non approvano lo stile di vita dell’altro, sono totalmente incompatibili. Alice pensa che Alex sia uno snob egocentrico e compiaciuto che gode nel farsi paparazzare con ragazze bellissime. Alex pensa che Alice sia una patetica sognatrice, che colleziona licenziamenti ed è convinto che, nonostante sia bellissima, resterà per sempre fuori dal suo radar.Ma cosa succede se due persone che si sono già escluse a vicenda scoprono di non potere stare l’una senza l’altra? Se scoprono di essere attratti proprio dall’ultima persona al mondo che pensavano di prendere in considerazione? Per quanto tempo si può negare la passione e si può mettere a tacere un desiderio? Si può forse dire al cuore di non impazzire per l’unica persona in grado di toccarlo?Dalle spiagge dell’isola di Capri, alle piste da sci di Cortina d’Ampezzo, passando per Milano e i corridoi delle vivaci redazioni di «Lollipop» e «Power Player», Alex e Alice si raccontano attraverso le loro prime sette volte. Sette strade diverse per entrare in collisione o separarsi per sempre. Una storia sulla ricerca dell’anima gemella e sulle sorprese del cuore. Perché le persone più sbagliate per noi possono farlo battere per il motivo giusto.

Ok, la Bianconero è una garanzia, di suo leggerei anche la lista della spesa, quindi che devo dire di questo libro? Favoloso, non c’è altro da dire.

L’ironia è la padrona, l’amore un co-protagonista.

Due protagonisti che abbiamo conosciuto nel libro “Un maledetto lieto fine”, chi poteva dirlo che anche questa coppia ne avrebbe fatte delle belle?

Innamorata di Brando, qui lo ritroviamo in versione “comparsa”, ce lo faremo bastare, anche perché il nostro Bel Alex ci farà sudare e non poco.

Bello, eccentrico, dispotico, ricco e viziato, Alex si imputerà con la bella e inosservata Alice.

“Ha gli occhi nei miei. Sperimento una vertigine spiazzante. Mi coglie il pensiero assurdo di essere scivolato dentro di lei.”

Battibecchi alla “Marconero”, dialoghi scattanti, ironici, scenette esilaranti, sette licenziamenti, sei “ri-assunzioni”.

“Tratto Alice come si maneggia l’uranio in uno stabilimento nucleare: con la diffidenza e la cautela riservata alle cose pericolose, ma indispensabili per i buon funzionamento dell’impianto.”

Lasciamo fuori il cuore, l’unica sola regola, un off-limit invalicabile, un confine da non superare.

“Lei è il fiocco di neve che sbilancia tutto e genera le mie valanghe.”

“Io non lo comprendo, lui non mi capisce. Eppure nessuno dei due vuole smettere di provarci.”

Intersecabili sul lavoro, incompatibili nella vita.

Licenziarla l’unica soluzione eppure il buco è rimasto, un buco da coprire, da chiudere.

Licenziarla sette volte e riprenderla sei volte perché vuole averla intorno “Voglio entrare a Lollipop e sapere che ci sei tu.”

Come sempre i malintesi nei libri della Marconero creano dipendenze, incongruenze, discordanze e separazione.

“Litigare è un modo come un altro per essere vicini. La lite è una collisione. Il contatto è l’effetto collaterale.”

Frasi ad effetto, frasi che messe lì per caso nel romanzo creano dipendenza.

“Lei resta un pugno nell’occhio, ma quel genere di pugno che per qualche ragione stai lì a prenderti in faccia.”

E il loro bacio, non è magia, è un fuoco di artificio, lo scoppio di una bomba “E’ come il primo respiro dopo che hai rischiato di affogare.”

Non può finire con una proposta di matrimonio alla persona sbagliata, e che cavolo!

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