Recensione “L’Artiglio di Mafdet: Il Guardiano e La Dea” di Tanja Mengoli

 

 

 

Isabel è una giovane donna indipendente che è riuscita a trasformare la propria passione per la storia in un lavoro che ama profondamente, così facendo è rimasta inconsapevolmente legata all’antico retaggio della propria famiglia e che lei ha dimenticato.
Alexander è un Guardiano e non può dimenticare niente, nemmeno le proprie morti.
Ultimo discendente di un’antica famiglia aristocratica il cui compito, nei secoli, è sempre stato uno e uno soltanto: combattere le minacce che incombono sul genere umano.
Educato all’isolamento forzato e addestrato al sacrificio della propria vita non ha e non lascia spazio a niente e nessuno. E’ dedito solo alla propria missione.
Le vite di Isabel e Alex sono destinate ad incontrarsi. Saranno trascinati ai confini della vita e della morte e dovranno difendere sé stessi mentre faranno i conti con la passione irresistibile che li attrae l’uno verso l’altra.

Un adrenalinico urban fantasy intessuto sulla mitologia egizia, una semplice ricercatrice invischiata in una storia lunga migliaia di anni. Siete pronti a farvi coinvolgere da questa avventura?

Ho messo le mani con molta trepidazione sulla riedizione del primo romanzo di Tanja; la sua crescita come autrice è stata esponenziale negli anni ed è stato un atto dovuto rieditare il suo primo lavoro che trasmetteva la potenza delle nuove idee, ma anche l’inesperienza tipica degli inizi.

Sotto questa storia troveremo un destino già definito dai tempi dell’antico Egitto, con dee reincarnate, guardiani, papiri e armi letali di 6000 anni. Il romanzo ha in serbo molte emozioni e personaggi decisamente interessanti.
Isabel lavora presso il centro di ricerca ArkeoLab, analizzare, datare e studiare reperti era tutta la sua vita e di recente si è dovuta occupare di misteriosi campioni biologici prelevati dalle vittime del “Serial killer delle mummie”.
Chris è il simpatico nuovo vicino di casa, tanto affabile quanto sfuggente per certi aspetti, un vero mago dei computer. Alex è l’amico più caro di Chris, un tipo alquanto strano che preferisce passare dalle finestre e sorvegliare dai tetti la città come un supereroe, per proteggere gli umani dai revenant e altri personaggi temibili; nella gerarchia degli esseri soprannaturali lui è un Guardiano, dalla forza e capacità di rigenerazione sorprendenti.

 

Isabel è una donna equilibrata e profondamente appassionata al suo lavoro, la scoperta di una realtà parallela a quella dove ha sempre vissuto la sconvolgerà relativamente, grazie anche al modo in cui è stata cresciuta dalla nonna e ai messaggi subliminali che hanno fatto parte della sua formazione.

Alex ha subìto nella sua crescita un trattamento diverso, basato sulla violenza e privazioni, il padre lo ha forgiato con durezza e crudeltà per renderlo un Guardiano forte e indipendente. “Era quello l’unico insegnamento ricevuto: furia, rabbia e solitudine”.

 

L’incontro con Isabel stravolgerà il baricentro della sua lunga esistenza, in tanti anni di solitudine nessuna donna si era infiltrata sottopelle come era riuscita lei in pochi giorni e

Alex dovrà cercare di tenere sotto controllo la sua iperprotettività. Combattendo quotidianamente il male è anche comprensibile che voglia tenere Isabel sotto una campana di vetro, ma si sorprenderà di quanto la forza e l’intraprendenza della ragazza lo ecciteranno pur atterrendolo.

 

“Nessuna donna gli aveva mai regalato una sensazione come quella, si sentiva in pace, una condizione per lui fuori dal comune”.

 

Isabel verrà attratta irrimediabilmente dal fascino scontroso del Guardiano, “Alex trasmetteva una forza indomita da guerriero d’altri tempi, ma anche una sconcertante solitudine che lei avrebbe voluto riempire con la propria presenza. […] Nel profondo, Isabel sperò di riuscire a regalargli tutti i sorrisi che meritava”.

 

Il rapporto che lega Alex a Chris è di un’amicizia sincera, la stima e l’affetto che li unisce è commovente e l’allampanato hacker sarà sempre di supporto per l’amico nelle poche gioie e nelle frequenti sofferenze.

Non voglio dirvi di più perché preferisco lasciarvi il piacere di rimanere sorpresi dallo sviluppo degli eventi poco alla volta, così come è successo a me.
I romanzi di questa autrice sono sempre corposi, questo non è da meno, quindi avremo tutto il tempo per vedere sviluppato l’arco narrativo e approfondire i sentimenti contrastanti dei vari personaggi, grazie anche al pov multiplo.

Il trope grumpy/sunshine verrà ampiamente impersonato dai protagonisti : “Isabel era sempre positiva e raggiante, emanava luce e aveva portato il sole nella sua vita di oscurità” e verremo coinvolti progressivamente dall’incalzare della trama, vedendo l’evoluzione emotiva e di potenzialità dei personaggi, arrendendoci all’ineluttabilità del destino che, anche a distanza di millenni, andrà a compiersi.

Nei romanzi di Tanja, che sono autoconclusivi, c’è sempre un filo conduttore (quello della Tirannide) che ci fa incontrare come semplici comparse dei personaggi che troveremo come protagonisti negli altri volumi; trovo tutto ciò molto piacevole e confortante perché ognuno di loro avrà modo di raccontare la sua storia esprimendo le proprie potenzialità. La storia è coinvolgente e dal buon ritmo, non mancheranno scambi di battute, lotte interiori e passione travolgente; proprio su questo ultimo aspetto ho notato come gli “inizi” di Tanja erano tinti di dolce romanticismo, caratteristica che negli anni si è modulata allo stile Urban fantasy, diventando più graffiante.

Agli amanti del genere e a chi ha sempre trovato affascinante la civiltà Egizia, non potrà mancare questo romanzo da mettere in tbr.
E ora che ho letto tutta la bibliografia di Tanja, mi toccherà pungolarla per farci avere nuove storie fra le mani…

Anna

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