Recensione “L’angelo delle ossa” di John Connolly

 

Una giovane donna scompare per le strade di New York. Chi l’ha rapita crede che a nessuno importi di lei, che nessuno la cercherà. Si sbaglia. È la cugina di Louis l’assassino, braccio destro del detective privato Charlie Parker, che ridurrà in brandelli chiunque intralci i suoi sforzi per ritrovarla. Mentre la violenta ricerca di Louis procede, Parker si rende conto che questa sparizione fa parte di un mistero più antico, legato a una chiesa ornata di ossa situata nell’Europa orientale, al massacro avvenuto in un monastero francese nel 1944 e alla storia oscura dell’Angelo Nero seguita per secoli dai Credenti, un gruppo di uomini pronti a tutto pur di dimostrare che non si tratta di una semplice leggenda.

 

Libro davvero molto intenso e cupo che ho fatto molta fatica a leggere, in cui il thriller si mischia con il sovrannaturale.

Dettagliatissimo, tanto che non ci si chiede se l’autore si sia informato, perché abbiamo nozioni di ogni cosa, ma proprio per questa sua volontà di dire tutto, ho dovuto interrompere più volte la lettura. La vera storia sembra essere un sottofondo di tutte le informazioni che riceviamo. Ho avuto la sensazione che sia stata scelta questa modalità per rendere il romanzo ancora più crudo e cruento di quanto già non fosse, di renderlo più reale, ma davvero troppo, troppo di tutto, almeno per quanto riguarda la prima metà abbondante del libro.

Non ha sicuramente aiutato il fatto che questo sia stato il primo libro che ho letto della serie su Charlie Parker, di cui sicuramente sarà già stata sviscerata ogni angolazione. Abbiamo nozioni sul suo passato, e lo impariamo a conoscere anche grazie alle interazioni con altri personaggi, ma forse mi sono persa qualcosa del suo percorso, che me lo avrebbe fatto apprezzare di più.

Mi piace che sia un po’ cupo, mi piace la storia di fondo, la caratterizzazione dei personaggi, l’ambientazione… è il tipo di scrittura che non mi è piaciuta, che non fa per me.

Ci troviamo a leggere diversi pov, ma l’unico ad essere in prima persona è quello di Charlie, in questo modo ci fa entrare un po’ più in contatto con il protagonista e ci dà modo di sentire ciò che lui sente e percepisce.

Il libro è suddiviso in più parti ognuna delle quali sviscera una storia diversa che va a intersecarsi con le altre. Non accade niente per niente, tutto è collegato.

 

Arriviamo alla seconda metà del libro in cui tutto è più chiaro, seppur non troppo – ma questo è voluto e quindi apprezzato – dove la lettura risulta decisamente più scorrevole e mi ha dato modo di arrivare un po’ più velocemente alla fine.

 

Lo consiglio agli amanti del thriller storico, perché forse più abituati a leggere tanti dettagli.

 

 

firma Claudia

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