Recensione “L’anello numero 17 (Libri & Misteri Vol. 2)” di Ornella de Luca

 

Domitilla Paciotti è in un mucchio di guai. Di nuovo.
Per la sua casa editrice è giunta l’ora di una nuova sfida, di ampliare i propri orizzonti e di “svecchiarsi” un po’ con l’utilizzo di un altro medium. Ma quale? Domitilla ne è certa: la Memory Publishing deve sbarcare nel mondo del sonoro! E se provasse a realizzare un podcast di racconti inediti? Tocca scegliere i professionisti giusti a cui affidarsi, ed è così che Domitilla arriva allo Studio 54, specializzato nella produzione di contenuti multimediali.
Ma una delle attrici scelte per il progetto pensa bene di spararsi all’interno in uno dei boot di registrazione. Chiusa a chiave. Dall’interno. Sembrerebbe un classico caso di suicidio, ma Domitilla non ne è convinta e sente puzza di mistero della camera chiusa. Chi può seguirla in questa nuova, pazza avventura? Di certo non Massimiliano col quale, dopo un anno di fidanzamento, inizia ad avere i primi problemi, né suo cugino e amico Filippo, che la sprona a concentrarsi sul lavoro piuttosto che sull’ennesimo caso da risolvere. C’è solo una persona che Domitilla vorrebbe al suo fianco ed è Ettore, fratellastro di Massimiliano e suo partner in crime durante le indagini sulla setta di Città della Pieve.
Pare che per Domitilla Paciotti libri e misteri vadano sempre di pari passo. Stavolta, però, il rebus è più complicato da risolvere.
L’anello numero 17 è il secondo volume della serie Libri & Misteri, in cui sentimenti, segreti e ironia sono legati dal sacro amore per la parola scritta.

 

Siamo tornati a seguire le vicende di Domitilla nel suo coloratissimo mondo, fatto di indagini, triangoli amorosi e libri da pubblicare.

L’anello numero 17 è un romanzo giallo estremamente “pop”, un libro che ti cala nella realtà popolare occidentale,  soprattutto italiana. Un libro pregno di una sana ironia che non si dimentica di portare avanti una storia misteriosa, in grado di dare la giusta tinta a quello che si propone di essere un giallo.

Nonostante una protagonista ben delineata e un’atmosfera confortevolissima, ritengo, però, che il romanzo abbia qualche pecca. I richiami alla cultura pop, infatti, alla fine diventano ripetitivi, stancano. Non può sempre funzionare l’utilizzo della similitudine con riferimenti alle serie tv o a personaggi famosi.

Il giallo al centro della storia è discreto. In Italia, per come la vedo io, non ci sono giallisti eccezionali e spesso ci troviamo catapultati in storie assurde e poco credibili. Non è questo il caso. La storia regge, anche se inizia un po’ troppo tardi (l’introduzione alla vicenda violenta del romanzo occupa un terzo del romanzo).

Nel complesso è un libro che si lascia leggere, molto scorrevole. Quello che mi sento di dire, però, è che l’autrice non dovrebbe proporsi soltanto di scrivere una storia leggera e scorrevole, piacevole da leggere, ma provare a toccare qualche picco di letterarietà più alta perché ne ha la capacità.

Insomma, L’anello numero 17 è un romanzo gradevole, dall’inizio alla fine, con personaggi vividi e una trama che funziona. Peccato per quel pizzico di profondità in più che manca e non avrebbe guastato.

 

 

Giovanni

Anna

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