Recensione “L’ACCOMPAGNATRICE: di anime e non solo” di Elisabeth Norman

 

 

 

 

 

 

La protagonista della storia, Hope Stevenson, si potrebbe definire una Pretty Woman soprannaturale, ingenua e un po’ magica. Si tratta infatti di una figura particolare. Gli esseri umani la incontrano solo al momento del trapasso. Fin dalla notte dei tempi, come dice lei stessa presentandosi al lettore, è nota come l’Accompagnatrice. Ed è proprio per accontentare un’anima e convincerla a intraprendere il suo ultimo viaggio, che arriva sulla terra dove, a causa di un fraintendimento, si ritrova a fare davvero l’accompagnatrice, e dove vive intensamente tutto ciò che può sperimentare grazie al corpo fisico. Le sensazioni che concedono un sapore, un profumo, un tocco, per lei saranno infatti emozioni sconosciute, sesso compreso. Per Hope il sesso non è un tabù, il suo corpo non conosce il peccato. Per questo, fino a quando non si innamora, considera il lavoro solo il modo per guadagnare il denaro necessario per portare a termine la sua missione, e per regalarsi inaspettati momenti di piacere, piccoli istanti di felicità.

La protagonista indiscussa del romanzo è Hope, l’accompagnatrice che, come ci anticipa il titolo, accompagna le anime nel trapasso dalla vita alla morte, ma non solo.

La prima parte del libro però ci narra una strana storia d’amore fra Bladeney e Jules. Bladeney è una giovane ragazza che lavora nel mondo della moda, bella, capace e determinata a costruirsi un futuro. Purtroppo sta lottando contro il tempo e prende una importante decisione: vivere gli ultimi momenti in maniera differente, dando senso a ogni piccola cosa, cercando di realizzare i suoi desideri, senza scoraggiarsi mai. E’ così che un incontro fortuito fra lei e Jules si trasforma da semplice sesso occasionale in una storia d’amore che però non fa in tempo a germogliare. Il loro gioco di non scambiarsi i numeri di telefono impedisce alla ragazza di comunicare con il suo innamorato nel momento in cui la fine si avvicina ed è qui che Bladeney incontrerà la misteriosa accompagnatrice. Morire non è così orribile se dall’altra parte c’è una dolce ragazza che ti aiuta nella transizione, solo che Bladeney non vuole proseguire il suo viaggio perché ha un peso troppo grande nel cuore: il pensiero che Jules possa pensare che lei lo abbia lasciato. Inizia così l’avventura terrena dell’accompagnatrice Hope. Il nome non è casuale, il suo compito sarà proprio quello di dare speranza a chi non c’è più donando sollievo a chi ignaro aspetta.

Durante la ricerca di Jules, che non sarà facile, alla nostra Hope ne accadranno di tutti i colori e forse, dico forse, conoscerà anche lei il nobile sentimento dell’amore, ma solo dopo essere passata per altre vie, una delle quali è divenire una accompagnatrice e questa volta non di anime.

Divertente ed ironico, passionale e trasgressivo, coinvolgente e commovente “L’accompagnatrice” è un romanzo moderno, fresco e ben scritto, ambientato in una New York scoppiettante, che fa cornice a personaggi ben definiti e caratterizzati, dando vita finalmente ad una storia originale.

Consigliato!

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