Recensione “La sfida” di Amy Daws

 

 

 

Lui è il suo paziente, lei il suo dottore. Non dovrebbero ma… Dio quanto lo desiderano.

Camden Harris, il gigante e notoriamente sexy giocatore di calcio, è bloccato a letto in un ospedale di Londra, ma il suo ginocchio rotto non gli impedisce di mettere in atto il gioco in cui è esperto con Indie Porter, un peperino dai capelli rossi, nonché suo medico.

Non è neanche lontanamente il suo tipo, ma potrebbe essere la distrazione perfetta dal devastante danno che questo incidente potrebbe procurargli.

Indie è stanca che la sua ingenuità sia come un bersaglio sulla sua schiena. Come bambina prodigio ha da sempre messo la sua istruzione al primo posto, ma un’avventura con un giocatore di calcio come Camden potrebbe essere proprio ciò di cui ha bisogno per afferrare la vita e godersela. E lui potrebbe anche essere l’uomo perfetto per il progetto su cui sta lavorando da due anni.

Ma quando a fare la mossa finale saranno i sentimenti, non ci sarà medicina che possa guarire i loro cuori.

Primo capitolo della serie incentrata sui fratelli Harris, primo che come apripista già si aggiudica la pole position, ops volevo dire ha fatto Goal, ho sbagliato sport.

Il calcio è il perno, il punto focale del libro, le emozioni descritte, “l’orgasmo da calciatore”, il campo e la sua maestosità, le urla dei tifosi, l’adrenalina di un goal e tutto ciò che riguarda questo sport è stato descritto egregiamente dall’autrice, mi sono sentita dentro una partita, parte integrante di una squadra.

E poi c’è l’amore, quello “stupido”, pazzo, imprevedibile sentimento che fa battere il cuore al primo sguardo o che fa fare pazzie anche al più single dei calciatori e alla più sobria delle dottoresse.

Ho letto una serie di libri “sdolcinati”, romance su romance che si sono accalcati nella mia testa e sul mio cuore, ma questo è in assoluto il migliore. Perché? Perché c’è la “redenzione” del single incallito, passione ad ogni sguardo, amore a prima vista. Perché c’è la fottuta paura dell’amore, di cedere al sentimento che tiene in vita un mondo intero, c’è l’innocenza e la fragilità della prima volta, l’ironia tra i protagonisti, il senso di famiglia, piccoli demoni, ricordi da superare e l’amicizia, quella vera.

Il libro si apre con la serata Tequila Sunsire, leggete il libro e scoprirete tutti i misteri, una lista dei Peni, molto ma molto eccitante, pene 1, il ladro della verginità, il playboy per eccellenza, pene 2 il tenerone, gentile e sensibile, pene 3 la combinazione massima, adatto a fare il marito.

E se Indie è alla ricerca del suo labro della verginità, Cam è solo alla ricerca della scopata epica capace di far dimenticare lo stress dell’operazione.

Ma da qui in poi entrano in gioco le paure: paura di non essere più nessuno, paura di perdere la sua vera identificazione, il calcio, paura di legarsi troppo e non poter andare avanti senza di lui, paura di provare emozioni così forti da non poterle dimenticare.

L’etica è solo uno degli ostacoli da affrontare, lui il paziente, lei il medico tirocinante.

“Indie Porter è come un regalo di Natale da scartare, quello che ho aspettato per tutta la vita e che è finalmente arrivato.”

E se tutto fosse solo mirato a fare quel “benedetto passo avanti nella sua carriera”?

Un accordo, cinque giorni per depennare almeno il primo pene dalla lista, cinque giorni per assaporare meglio il sesso e poi via libera al proprio destino, nessun impegno, nessun intralcio alla carriera di entrambi, niente sentimentalismi.

“Ti voglio, Indie. Per più di cinque giorni. Voglio quello che provo quando sono con te. Ti voglio in un modo che sostituisce le etichette.”

Ma guardare in faccia la realtà e sentirsi solo usato per raggiungere i suoi scopi, un ragazzo oggetto, solo uno dei punti da depennare è difficile e doloroso.

E l’epilogo?

Non scontato abbastanza sofferto. Ed è inutile immaginarci il bacio epico in una sala operatoria, il calciatore e la dottoressa avranno troppe cose da perdere.

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