Recensione “La scelta di Penelope” di Claire North

 

A mantenere sul trono di Itaca la regina Penelope è un delicato equilibrio di potere. Sono trascorsi anni da quando il suo sposo, il nobile Odisseo, è salpato verso Troia. E, in quell’assenza, Penelope è dovuta ricorrere a tutto il suo ingegno per frenare i pretendenti e assicurare la pace. Una pace che è nuovamente minacciata con l’arrivo sulle coste dell’isola della nave del re di Micene, Oreste. Figlio del defunto re Agamennone, l’uomo è preda della follia. Incubi e visioni lo tormentano, e il più orrendo e spietato dei sensi di colpa lo perseguita. Ma un re non può mostrarsi debole. E così sua sorella Elettra, nel tentativo di proteggerlo, l’ha condotto a Itaca, per implorare protezione alla regina. Prima ancora di aver maturato una decisione, Penelope si trova ad accogliere una delegazione da Sparta: Menelao, fratello di Agamennone e zio di Oreste, desidera liberarsi del nipote ed espandere i suoi domini anche su Micene. Ha già dimostrato in passato di non avere scrupoli e non avrà pietà per chiunque provi a opporsi. Schiacciata tra le pressioni di Micene e Sparta, Penelope dovrà riuscire a salvaguardare la pace precaria di Itaca. In un mondo in cui gli uomini non smettono di farsi la guerra, le sue uniche alleate saranno Elettra, determinata a proteggere il fratello, ed Elena, regina di Sparta.

 

Prosegue la magia impressa su carta da Claire North che ci racconta il seguito del suo retelling sulle vicende di Penelope.

Troveremo una nuova voce narrante in questo capitolo, quella di Afrodite, dea dell’amore e della bellezza.
Itaca continua a essere l’isola delle donne, da quando gli eroi epici sono partiti per mari è stato questo esercito rosa a mandare avanti il regno, dimostrando le sue straordinarie capacità di sopravvivenza; il tono della narrazione rimane sempre quel tantino irriverente da fare ridimensionare la fama dei grandi uomini.
Penelope ha già contrastato il pericolo di un’invasione da parte dei pirati nel primo capitolo della saga, ora dovrà aguzzare il suo ingegno contro un nemico più subdolo: un re che invade la sua isola sotto falsi intenti pacifici.

La vita di Penelope non era già abbastanza impegnata fra incombenze quotidiane e pretendenti, dovrà pure subire le visite inattese dei figli del defunto re Agamennone, Elettra e Oreste, e poi quella del loro zio Menelao con la moglie Elena e tutto il loro entourage.

Oreste sembra essersi smarrito nella follia, probabilmente scatenata dal senso di colpa per il matricidio di Clitennestra e le Furie si prendono beffe di lui; Elettra lo ha allontanato da Micene per evitare di suscitare dubbi sulla sua capacità di regnare, ma Menelao arriva come un avvoltoio ambendo al trono del fratello.

 

“Menelao di Sparta, l’uomo che ha dato fuoco al mondo per catturare la sua bella moglie reticente”

Lontana dal mito che la vedeva sempre seduta al telaio, questa Penelope è una donna forte, determinata, arguta, ironica e le sue capacità di problem solving sono strabilianti; dovrà anche improvvisarsi detective, cercando di tenere calmi gli animi di tutti, portando avanti i suoi piani in segreto.

 

“Mi è stato negato lo scopo a cui ero destinata (essere moglie, madre amorevole) e adesso è essere regina, servire non me, ma il mio regno. Mio. La terra affidata a me. Non al fantasma di mio marito. Non a qualche…immagine di Odisseo creata dai poeti.

A me.”

 

Spettacolare performance di Laerte, il vecchio padre di Odisseo, che sarà una figura fondamentale a sostegno della nuora; assopito nel ruolo di eremita trasandato troverà in questa avventura il pretesto per sfoderare le sue armi da vecchio sovrano e, ricordiamolo, argonauta.

Interessante rappresentazione della bella Elena, colei che ha fatto mettere a ferro e fuoco il mondo con la guerra di Troia; inizialmente viene dipinta come donna sciocca e vuota

 

“[…]Che tante parole cadano dalle labbra di Elena e in realtà contengano quasi nulla”

 

ma avrà anche lei la sua rivincita riscattandosi sia davanti a Penelope che alla sua sempre innamorata Afrodite.

 

“Il mio amore per lei fiammeggia così luminoso che a volte ho paura mi spezzi, insostenibile, intossicante, la mia bellissima, la mia derelitta, il mio tesoro, la mia regina.”

 

Una moltitudine di personaggi più o meno importanti si alternano sulla scena, ma l’autrice ha dedicato a ognuno di loro un angolo di palcoscenico per raccontarci la loro storia e come si inserisce nel contesto.

L’elenco dei personaggi riportato all’inizio del romanzo dovrebbe essere messo a parete a mo’ di lavagna investigativa per averla costantemente sotto gli occhi, ma ho preferito farmi travolgere dalla narrazione ignorando brevi attimi di confusione su chi fosse l’uno o l’altro!

Come ormai sappiamo, i secondi episodi di una trilogia accusano sempre un calo di entusiasmo e nemmeno questo ne è stato esente; la prima metà del libro è stata interessante ma poco vivace, mentre nel restante si è ripresa alla grande donandoci azione e brio.

Si attende quindi l’ultimo capitolo per la degna conclusione della saga con il ritorno (finalmente) di Odisseo: non vedo l’ora di vedere il grande eroe a malapena menzionato, rapportarsi con la sua grande regina!

Massima ammirazione, quindi, per questa donna, regina, stratega e per il modo in cui l’autrice l’ha portata fra le nostre mani.

 

 

 

Anna

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