Recensione “La ragazza che scriveva romanzi d’amore ad Auschwitz” di Siobhan Curham

 

 

 

 

Mentre oltrepassa i terrificanti cancelli di ferro di Auschwitz, la scrittrice ebrea Claudette “Etty” Weil pensa alla sua vita prima di quella guerra insensata: l’appartamento affacciato sulla Senna, le risate degli amici, gli scaffali pieni di dischi e, soprattutto, la sua amata macchina da scrivere accanto alla finestra. Viene bruscamente riportata alla realtà dalle urla di una ragazzina, Danielle, strappata via dalle braccia della madre. Di fronte a quella scena straziante, Etty prende una decisione: si occuperà di Danielle e, per quanto possibile, la proteggerà come una sorella.

Così, ogni sera, alla fine di una lunga e difficile giornata nel campo, Etty racconta a Danielle delle storie, costruendo per lei un bellissimo mondo di immaginazione e speranza in cui rifugiarsi. Ben presto anche altre donne si avvicinano per ascoltare, ed Etty le incoraggia a condividere le loro vite, i loro ricordi, i loro amori. Se riuscirà a sopravvivere, promette, quelle storie non saranno dimenticate.

Notte dopo notte, racconto dopo racconto, Etty e le altre riescono a tener viva la speranza. In un luogo come Auschwitz, però, anche la speranza può essere pericolosa…

Liberamente ispirato alla vita della scrittrice Irene Némirovsky, il libro si presenta nel suo splendore atroce e cupo, sul palcoscenico della seconda guerra mondiale: gli arresti, le persecuzioni, la prigionia nei campi di concentramento, la fame e gli stenti.

Come possono le parole dare libertà all’anima, come può la fantasia volare in alto e sorpassare le barriere imposte dal filo di ferro in quel dannato campo?

La nostra protagonista viene arrestata e fatta prigioniera ad Auschwitz dove incontra ai cancelli Danielle, la madre, e l’amica Macaron.

In quell’inferno riesce a dare speranza e a donare un sorriso, una distrazione, una speranza con i suoi racconti “C’era una volta…”; storie bizzarre e piene di speranze, dove i cattivi verranno catturati e condannati, dove la principessa si salva sempre e il principe di innamora del suo sorriso.

In quegli attimi in cui la storia inizia il mondo che le circonda scompare, non ci saranno pidocchi e il tremendo prurito, non ci sarà la fame, il sangue e soprattutto la morte.

Solo campi verdi e fioriti, il profumo di cose buone, il bagno caldo e il grande amore.

Da un ricordo o un’ emozione scatta una storia, un bel racconto che riesce a far evadere. anche solo per pochi minuti, le sue compagne da quell’inferno.

L’epilogo non sarà lieto per tutte, lo sterminio è reale, la storia non si cancella; chi è sopravvissuto deve far sapere cosa è realmente successo, questo è il messaggio di salvezza.

Una storia che anche se naviga un po’ sulle ali della fantasia descrive in maniera diversa quella voglia di fuggire e la forza della speranza di chi è costretto a subire simili atrocità.

Anna

Loading

La nostra votazione
Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *