Recensione “La ragazza che guardava la luna” di Cecily von Ziegesar

Merritt Wenner è alla deriva da quando sua nonna è morta prematuramente. Dopo aver saputo che ha saltato gli esami di ammissione all’università, i suoi genitori, mai molto presenti nella sua vita, hanno deciso di affidarla a Good Fences, un programma residenziale di terapia con cavalli. Red, un purosangue scartato dalle corse, è il terrore della stalla. Non si era mai affezionato a nessuno… finché non ha incontrato Merritt. Loro si appartengono. Presto cominciano a sgattaiolare fuori per delle galoppate notturne, violando qualsiasi regola. Il loro talento, però, non passa inosservato, e il misterioso benefattore di Good Fences lancia Merritt e Red nel circuito delle competizioni equestri, con il suo seducente fascino e le sue contorte strategie. Ma non tutto va come previsto e, dopo un tragico incidente, Merritt sarà costretta a prendere la decisione più importante della sua vita.

 

Scritto in pov alternati tra Merritt Werner e il cavallo Red, la lettura ti porta a scoprire i sentimenti e i pensieri diversi, distanti, scostanti eppure compatibili dell’umano e animale.

Io amo i cavalli e questa trama mi ha intrigato sin dall’inizio.

Naturalmente il pov di Red sono congetture dell’autrice, immaginazione e pensieri irrazionali e irreali, però mi è piaciuto (una sana immaginazione).

Una lettura che mette a nudo i sentimenti più genuini che un uomo può avere, senza tornaconto, senza malizia, senza critiche.

Il rapporto tra uomo e cavallo, l’ippoterapia è al centro dell’attenzione in questo libro e tra gare, salti agli ostacoli, il rapporto tra animale e fantino si stringe sempre più.

Un percorso emotivo, il loro, fino alla decisione finale che deciderà il corso da seguire e la meta.

“Mi fermo qui. Ti prego, non dimenticarti di me.”

 

firma Claudia

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