Recensione “La paura torna sempre” di Claudia Torresan

 

 

 

Un uomo viene trovato ucciso, con la testa in un sacchetto di plastica. Un regolamento di conti di stampo mafioso? Un ragazzo viene trovato chiuso nel suo garage, seduto in macchina e con in bocca una cannetta collegata al tubo del gas di scarico. Sembra il classico tentativo di suicidio. Una giovane si strozza facendo colazione, perché il cibo le è andato di traverso. Si tratta sul serio di un terribile incidente? Una ragazza, esperta nuotatrice, viene trovata senza vita nell’acqua della piscina di casa sua. Sarà stata colpa di un malore inaspettato? Dell’abuso di sostanze dopanti? Spetta all’ispettore capo Ivan Tedesco trovare cosa si cela dietro questi decessi, troppo ravvicinati per essere casuali, ed in cui forse la realtà è stata volutamente mascherata perché la interpretassero nella maniera sbagliata. Realtà ed apparenza potrebbero essere totalmente differenti. Solo un’analisi accurata permetterà ad Ivan di risolvere il caso. E questa indagine lo porterà a dover compiere scelte difficili, anche perché ne verrà molto toccato sul lato personale.

Partiamo dal presupposto che non amo il genere, mi mette ansia e ho il terrore di leggere, vedere e solo pensare al sangue, detto ciò, devo comunque complimentarmi con la scrittura e le scene “incriminate” narrate.

Mi sembrava di vivere dentro ad un thriller, l’ansia mi attanagliava il cuore, e la paura prendeva il sopravvento.

La prima indagine si svolge su un cadavere la cui testa viene trovata dentro un sacchetto di plastica, prove assenti, nessun indizio e nessun indagato, tutto sembra portare ad un vicolo cieco. Morti improvvise, nessuna cosa che accomuna l’omicidio, fino a quando l’ispettore capo Ivan, riesce a “sbrogliare” la matassa, “l’assassino che fa morire le vittime togliendo loro il respiro”.

Ottima presentazione, ottimo svolgimento dell’intera trama, si crea la giusta suspense, e il lettore scorre velocemente le pagine alla ricerca del vero e solo assassino, colpi di scena, omicidi da accapponare la pelle, indagini che giorno e notte tengono l’intero commissariato in movimento.

Lo consiglio.

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