Recensione “La neve cadeva in estate” di Nadia Levato

 

 

 

Marta è una ragazza fragile, con un passato alle spalle che ha segnato la sua infanzia e l’ha costretta a crescere troppo in fretta. Ha paura di amare perché ha paura di perdere. Andrea si innamora follemente di lei e per arrivare al suo cuore saprà attendere, ascoltare e superare ogni ostacolo. Marta e Andrea sanno di essere fatti per stare insieme. Vivono il loro sogno, si sposano, fanno progetti per il futuro, ma mentre fuori sgomita l’estate, l’inverno con il suo manto di neve gelida prende il sopravvento sul loro destino, che ha altro in serbo per loro. Una storia che fa i conti con le storture della vita e in cui l’amore resta vivo nonostante tutto.

Il libro parla di un amore talmente grande da essere pronti a scivolare nel vuoto per salvare l’altro. Si parla di Marta, una giovane donna dal cuore murato a causa di una grave perdita e di Andrea, un uomo gentile e posato che d’un tratto lascia la moglie, senza spiegazioni.

I capitoli sono solo tre: Marta; Andrea; Marta e Andrea. Nel primo, il punto di vista è quello della protagonista femminile, che si sta facendo abbattere dalla sofferenza che consegue la separazione inaspettata. La sua è una strada in discesa talmente ripida da sfociare in una depressione che potrà essere dipanata solo grazie alla sua migliore amica e ad un terapista che le farà aprire gli occhi. Nel secondo, brevissimo capitolo, conosciamo Andrea e capiamo le cose dal suo punto di vista. Nel terzo ed ultimo capitolo, ci avviciniamo sempre di più ad un epilogo che dobbiamo capire da soli, ma che è abbastanza chiaro.

Mentre leggevo, ho sentito l’autrice infilarmi una mano nel petto, stringere le dita attorno al cuore e strapparmelo lentamente. Poi la stretta si fa più affievolita e all’improvviso, senza avviso, ho percepito il violento lancio a terra.

Ho pianto. Strano? Sì, visto che ho iniziato piangendo e ho finito piangendo. Fortuna che è breve!

Il modo di narrare dell’autrice mi ha spiazzata: usa uno stile simil-poetico. Tante brevi frasi una dopo l’altra. Fatti e pensieri, pochi dialoghi.

Mi è piaciuto perché mi è entrato talmente tanto dentro, da farmi sentire ogni piccola emozione fino a dilaniarmi.

Ve lo consiglio ma siate aperti di mente e pronti. Sappiate che non è un romanzetto leggero, da leggere sotto l’ombrellone.

firma Claudia

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