Recensione “La madre della strega (Blood Rose)” di Matteo Corso

 

 

 

Adele o Azzurrina? Il mistero del tuo nome aleggia nel tempo, il tuo cuore non trova conforto, la tua figura vaga ancora in quel castello. Innocente creatura con quella palla fatta di stracci giocasti con troppa premura: dentro la ghiacciaia per sempre sei sparita, così sei rimasta eternamente un’anima smarrita.

Un breve racconto che gira intorno alla Storia e alle leggende di Costanza Malatesta, moglie di Ugolinuccio di Montebello, signore di Rimini, e della loro figliola Adele della Faggiola, il cui fantasma si narra che infesti ancora il palazzo di Montebello.

La piccola Adele è nata con una strana forma di albinismo, ha la pelle chiarissima, gli occhi azzurri e i capelli biondissimi con sfumature azzurrine. Per l’epoca – siamo nel Trecento – è una rarità che poteva essere spiegata solo accostandola al demonio. Ed ecco che la mamma venne chiamata dai contadini e dalla gente di palazzo: la madre della strega.

L’unica soluzione è tenere la bambina segregata in casa.

Un racconto drammatico che vuole sottolineare i problemi legati alla diversità, ponendo un accento sull’ignoranza che in questi casi, a causa della paura del diverso, fa commettere atti sconsiderati, spesso drammatici.

Un buon racconto che fa venir voglia di sapere altro su questa famiglia e la loro storia.

Consigliatissimo!!!

firma Claudia

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