Recensione “La legge e la signora” di Wilkie Collins

trama

La Legge e la Signora, opera della maturità di Wilkie Collins, oltre a presentare diversi elementi della moderna letteratura di genere, è il primo esempio di romanzo poliziesco che ha per protagonista un investigatore donna. La vita matrimoniale di Valeria ed Eustace Wooldville inizia sotto cattivi auspici. Un piccolo incidente durante la celebrazione del rito sembra confermare il clima di diffidenza e sospetto che lo ha accompagnato e che cresce ulteriormente quando, durante la luna di miele a Ramsgate, la donna viene a sapere che il vero cognome del marito è Macallan. Tornata a Londra, decisa ad andare sino i n fondo, scopre che anni addietro Eustace è stato accusato di avere avvelenato la prima moglie ed è stato assolo per insufficienza di prove. Per salvaguardare il suo matrimonio, Valeria si improvvisa detective: è convinta dell’innocenza del marito e determinata a ristabilire la verità. Si troverà così ad affrontare problemi ritenuti “inadatti ad una donna”, riuscendo a dimostrare la fondatezza delle proprie azioni, che tutti stigmatizzavano come folli ed avventate.
Strepitoso ritratto di una donna che non esista ad opporsi ai modelli e alle regole della società vittoriana, La Legge e la Signora è una narrazione coinvolgente e di grande fascino da leggere – come ogni romanzo di Collins – tutto d’un fiato.

recensione

Wilkie Collins è stato una deliziosa scoperta. Nato nel 1824, prima di affermarsi come scrittore, ebbe alcuni anni di esperienza come avvocato e la si nota amabilmente in questo romanzo. Amico e collega di lunga data di Dickens, Collins può essere definito maestro della narrativa del mistero e precursore dei romanzi polizieschi odierni.
Ambientato nell’Inghilterra vittoriana, la protagonista Valeria è una donna del suo tempo teneramente innamorata del suo uomo. Per salvare il matrimonio e restituire l’onore infangato al marito, sfida le convenzioni del suo tempo e si avventura in territori esclusivamente maschili: la legge e le indagini. Ciò che colpisce in questo romanzo è il punto di vista femminile in “faccende da uomini”, raccontato da un maestro dell’intrigo che racconta dell’epoca vittoriana in cui è cresciuto con uno sguardo avanguardista.
È una classica detective story con tutte le caratteristiche del genere, dove a farla da padrona è l’inusuale figura della protagonista: una giovane ben distante dall’ideale tradizionale dell’angelo del focolare, determinata, testarda, dotata di spiccato senso pratico e fiduciosa delle proprie capacità. Non si può non adorarla per la fede indiscussa che ha per il marito e per l’idea dell’amore stesso. Non è questo ciò che ogni donna vorrebbe? Potersi fidare senza dubbio alcuno del proprio uomo, tanto da rischiare le convenzioni sociali e la propria figura per dimostrarne l’onestà.
Valeria, che di questa storia è anche la narratrice, non teme di andare contro tutto e tutti per ottenere ciò che vuole e non si scoraggia di fronte alle molte difficoltà che incontra lungo il suo cammino.
Eustace è invece un uomo pavido, insicuro, irresponsabile, dotato di una personalità debolissima e fastidiosamente contraddistinta da un’invalicabile vigliaccheria. Giusta contrapposizione con il personaggio forte di Valeria, mi è sembrata un’ottima rappresentazione, che può benissimo esser trasposta ai giorni nostri. Spesso donne forti si accompagnano a uomini deboli, misteri della vita o forse, misteri del romanzo. Fatto sta che ho trovato delizioso il connubio tra due personaggi dalle spiccate doti antitetiche.
A livello di scrittura, ho trovato una trama ricca di colpi di scena ed una fluidità nella narrazione tale da intrattenere il lettore senza risultare mai noiosa. Ho degustato il delizioso fraseggio vittoriano, il quale non mi è mai risultato stucchevole ne barocco. Letteralmente, l’ho adorato.
Cinque stelle le si danno a pochi romanzi, di certo questo ne merita almeno quattro, con la promessa di andare a leggere le altre opere dell’autore quanto prima.

Recensione:

charlotte

Editing:

pandora

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