Recensione “Là dove finisce il mare e comincia l’orizzonte” di Erika Stellitano

tramaAmore, viaggio, introspezione, incomunicabilità, essere, apparire, ego ed alterego, illusione e disillusione, maschere. La storia è incentrata su un viaggio interiore che intraprende il protagonista maschile del romanzo, Daniel, costretto a superare vari step esistenziali che lo avevano allontanato dalla sua città, dai suoi affetti, ma soprattutto da un sentimento che, nel corso nelle pagine, riemergerà prepotente dall’oblio nel quale era stato confinato. Decisivo nella trama è l’incontro del protagonista con il soggetto/oggetto del suo desiderio, Claudia, la donna che, nel corso di questo viaggio emozionale ed introspettivo, capirà di aver sempre amato. Iniziano così a prendere corpo le sensazioni e le emozioni dei personaggi, diventando esse stesse le vere protagoniste della scena, in un gioco di ruoli che assume sembianze quasi cinematografiche. I dialoghi, infatti, sono per lo più monologhi dei protagonisti che sviscerano il loro sentire, tra amore, disincanto, illusione, incomprensione, rabbia, paura, odio, rimpianti, speranze, rimorsi. Si dipana, così, la trama di un romanzo dove a parlare non sono solo i protagonisti, ma anche il loro vissuto, le loro molteplici personalità, i loro sentimenti e le loro emozioni, tra ciò che è il loro essere e ciò che è il loro apparire, tra scene e colpi di scena.

recensione

Erika Stellitano intraprende questo viaggio introspettivo all’interno dell’animo umano presentandoci il personaggio principale: Daniel.

Un giovane ancora alla ricerca di sé, di quell’io interiore che lo aiuti a vivere, che lo sostenga. Si è allontanato da tutto e da tutti a causa di quel senso di disagio che tuttora, dopo due anni di peregrinare, ancora lo attanaglia. L’autrice è magistrale nel farci scoprire passo dopo passo, attraverso una scrittura lenta, densa di particolari, elegante, quasi antica, l’animo di Daniel. La sua lotta interiore fra la vita, l’amore, la voglia di ricominciare con la sua Claudia e di godere a pieno la felicità e il suo opposto. La paura di soffrire e di far soffrire è troppo forte in lui, troppo radicata e quindi rifiuta ogni occasione che gli si presenta. Ecco la “maschera” pirandelliana che indossa con tutti, anche con lei, pur sperando che lei se ne accorga, ed infatti è così, tanto che nonostante i vari rifiuti continua a credere in quel loro amore che in fin dei conti non è mai nato. Questi rifiuti causano una serie di emozioni che sono naturali dell’uomo e devono venire esternate: la delusione, la rabbia, la frustrazione, l’abnegazione.

Erika ci regala un meraviglioso viaggio alla scoperta dell’animo umano, debole o forte che sia, in tutte le sue fragilità e consapevolezze. Nel suo narrare utilizza pochissimi dialoghi se non quelli interiori dei due protagonisti in lotta verso e contro questo loro grande amore. Perché di amore si tratta, questo è certo, al punto che, come narra la leggenda, riescono entrambi a scorgere quella mistica linea che separa il mare dall’orizzonte, e solo i veri innamorati ne sono in grado.

Il giudizio complessivo è molto buono per l’abilità dialettica dell’autrice, per il suo stile elegante e impeccabile, per l’ottima analisi dell’animo umano.

Sensualità:

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Recensione di:

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Editing a cura di:

mandy

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