Recensione “La donna del lago” di Valerio Marra

 

 

 

In un’afosa mattina di fine estate, il cadavere di una donna emerge dalle limacciose acque del lago, seminando lo sconcerto tra gli abitanti della tranquilla cittadina di Castel Gandolfo. La donna è molto conosciuta in paese, in quanto al centro di una vicenda amorosa che coinvolge l’ex marito, pittore in crisi, e un noto presentatore televisivo. Il caso viene assegnato a Lorenzo Festa, sostituto commissario giovane e ambizioso, che dovrà confrontarsi con personaggi poco avvezzi alla verità, nonché con il fumoso ambiente della politica e il mistero di un’antica setta. Tutto sembra parte dello stesso disegno, ma Festa sa bene che in un caso simile nulla può essere dato per scontato. L’ indagine, infatti, si rivela ben presto una discesa progressiva e implacabile verso gli inferi della follia umana. Il giovane commissario dovrà scandagliare gli antri più bui del vivere quotidiano, per scoprire quanto labile e a volte ingannevole possa essere il confine tra normalità e pazzia.

Bella storia, ben distribuita, ma mi aspettavo di più. Abituata a leggere romanzi dello stesso genere, anche con trame simili, ho capito che mi è mancato qualcosa, forse nella scrittura di Marra. Non dico che sia scritto male, anzi, ma ho letto di meglio.

La storia è avvincente ma si capisce presto chi potrebbe essere l’assassino. Inoltre la doppia personalità dell’ex marito della vittima è messa in chiaro già nella prima metà del romanzo, anche se la verità viene svelata solo alla fine, come se non fosse già chiaro… troppe cose si capiscono troppo presto.

Quello che invece non avevo capito erano le vere intenzioni del sostituto commissario: ho apprezzato tantissimo il modo in cui l’autore è riuscito a narrare la storia senza farsi capire fino in fondo.

Durante il romanzo conosciamo i diversi personaggi, il migliore dei quali è sicuramente Russo, che dovrebbe essere secondario, ma che spicca per capacità, intelligenza e simpatia.

Quando ci vengono presentati i veri protagonisti non abbiamo una conoscenza approfondita della loro storia, sappiamo solo quello che serve ai fini della narrazione e anche qui qualcosa non va. Per capire bene la psicologia di un personaggio dobbiamo saperne di più.

Mi è piaciuta la storia in sé, ma non come è stata affrontata la narrazione. Mi dispiace, perché con qualche accorgimento, sarebbe potuto essere un gran bel thriller: troppo prolisso in alcune parti inutili, troppo scarno in altre. Bello il depistaggio nei confronti del lettore quando sono state introdotte possibili alternative alla soluzione finale.

firma Claudia

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