Recensione “La cospirazione degli involuti” di Max Penna

 

 

Un’antica macchina del tempo si prepara a stravolgere la vita e le certezze di Michele, trasportandolo indietro di 200 anni, in una società evoluta, etica e tecnologicamente molto avanzata. Un mondo ben diverso da quello tramandato dalla memoria storica.

Il protagonista scoprirà, però, una sconcertante verità: lui è un involuto e, come tale, non potrà tornare al suo tempo fino a quando non evolverà. E non è il solo. Come lui, una piccola parte degli abitanti della Terra non è consapevole delle proprie capacità. Sono gli Involuti, una minoranza accolta dal resto della popolazione senza alcuna discriminazione, in attesa del loro salto evolutivo. Ma qualcuno trama affinché il mondo possa involvere per tornare sotto il controllo di pochi potenti. Michele si avventurerà nei meandri del tempo, estirpando le sue credenze per superare ogni suo limite e sviluppando doti incredibili persino per il popolo evoluto.

Per salvare quella consapevolezza dovrà necessariamente affrontare il più grande dei paradossi temporali.


Il romanzo si può considerare autoconclusivo, ma lascia le porte aperte per il sequel, in lavorazione, che si intitolerà “Il Mondo Involuto”.

Questo Romanzo presenta un sommario, alla fine del libro, allo scopo di guidare il lettore alla comprensione dei concetti esposti. 

 

 

Lo scopo di questo libro è aprire la mente. Tale apertura rende le persone più in sintonia con loro stesse e con il mondo esterno; si deve usare il cervello per conoscere e crescere, non soffermandosi su una cosa dando per scontato che sia una verità assoluta.

Come per ogni cosa, non dovete prendere i concetti esposti come una verità assoluta, ma come un punto di partenza per crearvi delle vostre idee.” Così parla uno dei professori durante una lezione all’università che Michele si ritrova a frequentare nel passato futuristico. Quel passato in cui appare per sbaglio, o forse no. Quel passato che non ha niente a che fare con tutto ciò che conosciamo. Un passato cancellato dalla memoria… ma perché? Il protagonista si ritrova a vivere in un’utopia, tutto troppo bello per essere vero, ma solo per chi ha la possibilità di far evolvere la propria mente e lui ne sarà anche troppo capace.

La scrittura dell’autore ci permette di entrare subito dentro al libro, di capire concetti astrusi – che mai ho capito finora. Non posso che ringraziare Max Penna per avermi aperto la mente, per avermi fatto capire che non c’è una sola, unica verità.

Il libro è molto particolare: è una critica alla società odierna e spiega in modo chiaro ciò che è incomprensibile ai più – a me di certo! – facendo riflettere su altre possibili soluzioni che potrebbero venire applicate ai nostri giorni per non creare divisioni economiche tanto sconcertanti e ingiuste. La riflessione si concentra sui detentori del potere, sulla volontà di ottenere sempre di più, a discapito degli altri; c’è un indirizzamento verso una soluzione piuttosto che un’altra per agevolare la ricchezza di pochi e la buona salute degli stessi.

Il libro mi è piaciuto molto, ma mi ha lasciata con l’amaro in bocca, pur comprendendo la scelta del finale aperto. Ciò che l’autore vuole è far riflettere. Quello che, per lui, è più importante è fare in modo che il lettore apra la mente e non si soffermi su una sola possibilità, su un solo finale.

Ho apprezzato la morale e la narrazione in sé. La storia è interessante e mai banale, oltre che originale, seppur si parla di viaggi nel tempo.

Lo consiglio a tutti.

 

 

firma Claudia

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